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30 giu 2008

il CNGEI cresce?

Il CNGEI inizia a crescere. non poche unità, ma siamo sopra le cento iscrizioni in più. Ancora poco per dire che è un segno rilevante (l'1%, più o meno); un bel segno se si considera la perdita di 2 sezioni. Ma la sfida è quella di crescere in maniera molto più forte, più incisiva. Nel programma di candidatura di Doriano e mio, si parlava di obiettivo di crescita a due cifre e questo deve passare per 2 paletti abbastanza stretti: le riforme istituzionali da una parte e una efficacia educativa dall'altra. le riforme devono portare ad una riduzione di impegni e di ruoli per gli adulti in sezione: dobbiamo fare in modo che quanti più adulti è possibile si dedichino all'educazione dei giovani in maniera diretta e in maniera indiretta. Quindi chi può e sa farlo, dovrà indirizzare il proprio servizio nei gruppi; chi non può o non si sente, potrà dedicare il proprio tempo e le proprie competenze a ruoli indiretti (rapporti con il territorio, supporto attraverso il clan, gestione finanziaria ed amministrativa con ricerca fondi, ecc). Ma dobbiamo rendere chiari i percorsi delle responsabilità (Dal Progetto di Sezione al Piano di Gruppo, dalla Job description del Commissario di Sezione a quella del Capo Gruppo per definire chi fa cosa e come; quali sono le possibilità per poter collaborare e quali sono le regole democratiche per controllare l'operato degli eletti) in una forma snella, la più snella possibile, riducendo al massimo i vincoli e lasciando in essere solo quelli meramente indispensabili per la vita della sezione. Questo dovrebbe liberare enregie che possono essere indirizzate ad aprire nuovi gruppi o a rinforzare l'esistenza di quelli già esistenti.
Il secondo paletto è quello di un'efficacia educativa sempre più forte. il gruppo deve diventare sempre più il centro della programmazione educativa per coordinare il lavoro tra tutte le branche operanti, coordinarsi con la sezione, con il clan, per armonizzare, in altri termini, il proprio operato con quello del progetto di sezione. Ma, conditio sine qua non, la proposta educativa deve passare sempre più attraverso la proposta della vita all'aria aperta: è l'elemento qualificante del nostro metodo, è ciò che le altre associazioni non hanno, è ciò che sappiamo fare meglio. dobbiamo valorizzare di più e meglio le uscite, i campi, le cacce, l'avventura, la tenda, il dormire all'addiaccio, l'hike, lo zaino, la montagna, la fatica ed il sudore della strada, la maglietta sgualcita per un gioco particolarmente coinvolgente ed affascinante, le costruzioni e la topografia, il sapersi difendere dal freddo e dal caldo vivendo nel bosco per un giorno o per più giorni, il sapersi cucinare con pochissimo e sui fornelletti portatili, il sapersi lavare i propri indumenti e le proprie stoviglie, il saper vivere di essenzialità... questo è il metodo. Se questo lo facciamo in maniera forte, incisiva, inequivocabile, costante, con insistenza e caparbietà, riusciremo a coinvolgere i nostri ragazzi in ogni azione di servizio, in ogni proposta culturale, in ogni attività sociale, ciascuna occasione unica ed irripetibile per far vivere i VALORI. Così anche noi potremo lasciare il segno, per dare in eredità un mondo migliore, ispirato alla Legge Scout e supportato dalla Promessa di fare sempre del proprio meglio.
Tocca a noi dare l'esempio.

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