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6 mag 2012

C'è una grande enfasi sull'articolo di Repubblica a riguardo della presunta posizione dell'AGESCI a riguardo dell'omosessualità. ritengo utile soffermarsi e chiarirci le idee. innanzitutto l'articolo: http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/04/news/gli_scout_e_l_omosessualit-34388792/?ref=fbpr Il messaggio che la Nostra Capo Scout Monia Marcacci ha fatto è molto equilibrato, eloquente, lineare e sono orgoglioso di ospitarlo su questo blog: Questo messaggio nasce da un momento di “ribalta” della nostra associazione consorella Agesci sulle cronache di alcune testate giornalistiche, riguardo al tema dell’omosessualità, oggetto di un Convegno da loro tenuto lo scorso novembre. Mi rammarico molto del riferimento pubblico ad un processo interno, anche coraggioso nel contesto di una associazione cattolica, e di una certa strumentalizzazione per fare notizia. Ritengo che in questo momento sia sbagliato rilasciare un comunicato stampa per chiarire la posizione del Cngei, per altro non messa in dubbio dagli articoli fino ad ora pubblicati. A fronte di sviluppi diversi, si potranno prendere decisioni diverse. Mi preme invece che assieme si rifletta sulla nostra essenza, su chi siamo, cosa facciamo e cosa comunichiamo. So che conoscete bene le azioni portate avanti dal Cngei sul tema dell’orientamento e dell’identità sessuale nel contesto dell’educazione scout (plenary ai campi scuola, interventi agli eventi per soci giovani ed adulti, contenuti per i formatori, etc). Abbiamo in ogni caso validi referenti formativi cui rivolgersi in caso di qualunque dubbio sull’approccio all’omosessualità, si parli di adulti piuttosto che di giovani, tema che MAI rappresenta “un problema” di per sé nella nostra associazione. Il Cngei si configura come una associazione scout che ha fatto scelte forti e chiare. Laicità, coeducazione, democrazia e impegno civile ci contraddistinguono. Queste scelte, assieme ai valori espressi dalla Legge e dalla Promessa scout, ci guidano nell’azione educativa all’interno dell’associazione e nella nostra vita quotidiana. Educhiamo i nostri ragazzi e le nostre ragazze alle scelte ed alle responsabilità che ne derivano, in ogni ambito nella vita, per diventare ogni giorno migliori cittadini domani. Facciamo questo curando la loro spiritualità nel rispetto delle scelte di ciascuno, abbattendo gli stereotipi ed i pregiudizi, vivendo la natura assieme a loro, educando all’accoglienza della diversità, cioè valorizzando le differenze come arricchimento per il gruppo. Tutto questo attraverso il metodo scout. Riteniamo che per applicarlo, per fare una buona educazione scout, occorrano adulti motivati, corretti e preparati, che aderiscano profondamente e consapevolmente alle scelte associative ed ai principi che ci ispirano. L’adesione a questi valori e a queste scelte è per definizione, nel suo significato e nella sua stessa essenza, svincolata da aspetti contingenti della vita di giovani ed adulti, quali estrazione sociale, etnia, credo, genere, orientamento sessuale e convinzioni politiche. Così come lo è la capacità educativa e formativa, anzi: l’adesione ai valori matura e si arricchisce delle esperienze di vita e delle caratteristiche di ciascuno, a beneficio dell’educazione dei giovani, nel perseguimento degli scopi associativi. Monia – Capo Scout Ritengo che, leggendo l'articolo di Repubblica BENE e senza paraocchi, mi risulta chiaro che il giornalista ha costruito l'articolo in maniera provocatoria. C'è l'unico fatto chiaro che si evince: è iniziato un dibattito all'interno dell'Agesci. alla luce del sole: ci vuole coraggio, per essere un'associazione CATTOLICA. ci vuole coraggio, per un'associazione che ha fatto lo stesso tipo di dibattito sull'uso del preservativo qualche anno fa. ed ora nell'articolo sono citati pensieri e temi di personalità che tenderanno ad orientare la scelta dell'Agesci, ma scelta non ancora compiuta. Conosco tante altre personalità dell'Agesci che la pensano in maniera diversa. Conosco la capacità di sintesi dell'Agesci: non mi sento di avallare l'articolo. Non mi sento di giudicare l'Agesci nella sua interezza per interventi di personalità (non sono singoli iscritti, ovvio, ma comunque singole persone che esprimono un parere personale, seppur autorevole); incoraggio tutti gli amici a riflettere sull'importanza dell'essere educatore CAPACE DI ADERIRE AI VALORI ED AI PRINCIPI SCOUT, a prescindere del colore della camicia. Quando penso al COMING OUT, mi viene in mente la battuta di Benigni nel film la vita è bella: papà, perchè gli ebrei non possono entrare in questo negozio? forse perchè gli sono antipatici...Papà, ma noi in libreria facciamo entrare tutti... ok, da domani ce lo metto anchio un cartello. chi t'è antipatico? boh, a te? a me mi sono tanto antipatici i visigoti e i ragni. perciò ci scrivo "vietato l'ingresso ai ragni e ai visigoti! A questo punto aggiungo il comunicato dei Presidenti del Comitato Nazionale dell'Agesci a seguito del caos generato e l'articolo comparso poco dopo su repubblica.it: Conoscere, comprendere, agire. Affrontiamo anche il tema dell'omosessualità Ai capi Agesci e a chi abbia volontà di leggere per capire Chi fa educazione non può non interrogarsi con metodo, costanza e onestà intellettuale su tutti i temi che interpellano l’educatore. La comprensione di fenomeni complessi, l'approfondimento dei diversi profili, la riflessione sono un dovere del singolo educatore, delle comunità nei singoli Gruppi, dell'Associazione nella sua dimensione nazionale. All'insegna quindi di tre verbi - conoscere, comprendere, agire – è stato avviato in Agesci un passo di studio sul tema dell’omosessualità. Lo abbiamo fatto con il convegno del 12.11.2011, ascoltando tre relatori e avviando una riflessione aperta e non discriminatoria, in linea col metodo scout che allena a conoscere, ad accogliere, a valorizzare le persone, a essere testimoni del messaggio cristiano. Abbiamo pubblicato gli atti di quel convegno, che invitiamo tutti a leggere e ad approfondire. Come già indicato, si tratta di atti del convegno. Ogni sintesi forzata, o attribuzione agli atti del convegno della natura di linee guida, è dunque impropria e fuorviante. La riflessione dell’Associazione sul tema dell’omosessualità prosegue. La sintesi che costruiremo riguarderà naturalmente le linee educative, senza pretesa di giudizio sulla persona in sé. Ci stiamo confrontando su questo tema come abbiamo sempre fatto sugli altri grandi temi che interrogano i giovani e chi si occupa di loro, a partire anche da seminari e convegni: l'educazione alla legalità, le forme di dipendenza, prepararsi alla vita adulta, alla curiosità verso il nuovo senza rinunciare alle radici, alla partecipazione politica, alla responsabilità in tutte le sfere della vita. E questo, a supporto dell’impegno quotidiano degli educatori scout – ai quali va il nostro grazie - che si occupano con spirito di servizio di aiutare la crescita di bambini, adolescenti e giovani, anche in contesti di frontiera e socialmente difficili. Su questi argomenti reali, piuttosto che su ipotesi mal fondate, ci sarebbe molto da scrivere e ci si potrebbe serenamente confrontare. Conoscere, comprendere, agire di conseguenza, è il percorso che usiamo. Cerchiamo di seguirlo e, con faticosa coerenza, di testimoniarlo. Ai ragazzi che ci sono affidati in primo luogo. E poi anche a tutti i nostri interlocutori che ci osservano, che spesso ci stimolano, che talvolta legittimamente non la pensano come noi, che in qualche caso ci giudicano senza aver coniugato quei tre verbi. I Presidenti del Comitato nazionale Marilina Laforgia e Matteo Spanò un articolo successivo di Repubblica. http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/05/news/agesci-34493890/

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