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28 dic 2008

Capo Compagnia, che bello!!!







Non avendo molto tempo a disposizione, dovendo mediare tra Famiglia, Lavoro, ruolo del CS e ruolo del Capo Compagnia, ho cercato di organizzare, con i miei monellacci rover del Cappabianca di Pollena Trocchia, un'uscita con i crismi di un'attività invernale ma in equilibrio con gli altri miei doveri.
Stiamo cercando di organizzare una serie di giochi "SENZA FRONTIERE" per i bambini dagli 8 agli 11 anni di Pollena Trocchia, per dare poi impulso ad un embrione di Branco e da un mesetto gli impegni presi, come tutti i rover del mondo, all'inizio sono stati presi un po' sotto gamba. Qbbiamo così deciso di vederci tutti a casa mia sabato pomeriggio per organizzare nei minimi particolari la giornata dei GIOCHI SENZA FRONTIERE; cena con pizza e birra, cineforum all'insegna dell'AMORE con CREDEVO FOSSE AMORE INVECE ERA UN CALESSE di Massimo Troisi con dibattito finale a tema "è lei una poco di buono, o è lui un uomo di niente?".
alle 4,45 del mattino sveglia dopo aver dormito in mansarda o nel salotto: si parte, con molta calma, per il monte Faito.
Passaggio a Castellammare di Stabia per trovare una farmacia per Dasy che, sapendo di soffrire con lo stomaco e di avere attacchi, ha pensato bene di non portar dietro le medicine...
inizio del percorso in perfetto orario previso, compreso il ritardo già calcolato, alle 8,30 precise.
freddo, vento, ma splendido sole. una giornata fantastica.
lungo il percorso, antonio si comporta benissimo: non si è lamentato neanche un istante ed ha camminato sempre con il sorriso!
Anna, alla prima esperienza, ha camminato bene, Martina, Raffaela e Simone hanno fatto la parte degli esperti ed hanno camminato bene anche loro. Damaris di grande aiuto, come al solito, per supportare Antonio o per chiudere la fila (un po' meno quando apriva lei il percorso- è stata capace di perdere 3 volte il sentiero!).

andare in montagna: era da tanto che non lo facevo. Un'emozione unica e , come sempre, irripetibile. ogni montagna ha un suo fascino. ogni volta che si sale sulla stessa montagna, è sempre una cosa diversa.
E sei a contatto con l'Infinito. Sei una parte infinitesima dell'UNO. respiri la tua fatica, senti lo sforzo fuoriuscire dai pori con perle di sudore liberatorio; ti concentri sui muscoli che non devono tradirti, ti impegni a portare ritmo con respiro, passi e cervello... combatti contro gli attacchi di panico e contro le vertigini...

ma il sorriso dei ragazzi, la voglia di divertirsi, la soddisfazione del raggiungimento della vetta, la riflessività istintiva e la contemplazione del silenzio di ciascuno su in cima...tutto come una spugna che cancella in un batterd'occhio ogni avvilimento, ognicontrasto, ogni pensiero ostativo alla vita stessa.
un altro grande insegnamento ricevuto dai miei ragazzi. Ma sono loro ad essere educandi? ma quando si finisce di crescere? ma con chi è più giusto crescere? chi educa chi?

23 dic 2008

Auguri a tutti con questo spunto di riflessione...

ODE ALLA VITA

 

Lentamente muore 
chi diventa schiavo dell'abitudine, 
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, 
chi non cambia la marcia, 
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, 
chi non parla a chi non conosce. 

Muore lentamente chi evita una passione, 
chi preferisce il nero su bianco 
e i puntini sulle "i" 
piuttosto che un insieme di emozioni, 
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, 
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, 
quelle che fanno battere il cuore 
davanti all'errore e ai sentimenti. 

Lentamente muore 
chi non capovolge il tavolo, 
chi è infelice sul lavoro, 
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, 
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati. 

Lentamente muore chi non viaggia, 
chi non legge, 
chi non ascolta musica, 
chi non trova grazia in se stesso. 

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, 
chi non si lascia aiutare 
chi passa i giorni a lamentarsi 
della propria sfortuna o della pioggia incessante. 

Lentamente muore 
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, 
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. 

Evitiamo la morte a piccole dosi, 
ricordando sempre che essere vivo 
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. 

Soltanto l'ardente pazienza 
porterà al raggiungimento 
di una splendida felicità.

 

 Martha Medeiros

 

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19 dic 2008

Dell'Assemblea Nazionale

Una bella Assemblea.
Molto bella.
Un dibattito chiaro, fermo, capace di entrare anche nel vivo del confronto acceso, ma mai fuori le righe.
un bel modo di chiarirsi e chiarire.
Abbiamo parlato di metodo, di cose fatte e non fatte, di cose da fare e di come farle.
abbiamo chiarito i perchè e mostrato l'accordo o il disaccordo.

Le responsabilità sono tante e tante volte ci viene da dire "ma perchè?"

Poi pensi ai ragazzi: io ho la fortuna di avere anche una Compagnia, così non mi allontano troppo dalla motivazione principe.
Poi pensi alle sezioni, ai gruppi, a tutte quelle persone che vogliono sentirsi parte della famiglia, che vogliono aiutarti, ognuno a suo modo.
poi pensi a tutti quei ragazzi che non ci sono più, come Elena Tettamanzi.
poi pensi ai tanti ragazzi che solo tra qualche anno avranno l'età giusta per iscriversi al CNGEI e prestare la Promessa: già immagino il giorno fatidico in cui Daniele, mio figlio, la farà (se vorrà farla) e già mi emoziono. E chissà come piangerò quando anche Riccardo, l'altro mio figlio, vorrà pronunciare l'inizio di una vita nuova... Prometto sul mio Onore ...
E riconoscermi in loro, in quel foulard.
E riconoscermi nel foulard di tutti quelli che hanno prestato la promessa da scout.
E tiro un sospiro, mi rimbocco le maniche e trovo nuova energia.

Si, bisogna riuscire a lasciare il mondo un po' meglio di come lo abbiamo trovato.
E lo scautismo ed il CNGEI possono farlo.
Ed io posso aiutare il CNGEI a farlo.

son qui. in prima linea. a svolgere il mio servizio.

18 dic 2008

ciao Elena!

Ricevo dalla comunità capi a cui apparteneva Elena e volentieri pubblico.

E’ un modo per abbracciarsi. In famiglia si fa così.

sergio

10 dic 2008

dopo un lungo silenzio...

… … … Torno a scrivere.

Avrei voluto scrivere del post assemblea nazionale.

Oppure del contenuto delle mie risposte date in assemblea.

Forse della opportunità per chi vuole candidarsi o meno per il prossimo triennio.

Su crisi finanziaria e educazione all’essenzialità.

Su Multietnia e multi religiosità in una società italiana che sta cambiando, dell’incontro per dirigenti FIS che si terrà a Palazzo Chigi il prossimo sabato.

 

Avrei voluto parlare della crisi che investe la politica napoletana.

 

Avrei potuto parlare di cosa succede in Grecia in questi giorni.

 

O dell’utilità di facebook (nonostante i delatori inizino ad aumentare).

 

 

Ma il mio cervello non si stacca da quella ragazza di 23 anni caduta nel dirupo vicino San fedele d’Intelvi, a Como. Elena Tettamanzi.

Un Capo Scout, una Capo Reparto. 23 anni.

Lo sono stato anch’io, Capo Reparto, a 21 anni: non ho mai usato le racchette da neve, anche se ho fatto dei percorsi “un po’ difficili” per  così dire. Ho passeggiato su cengie in montagna dove il piede ci entrava a malapena, aggrappandomi alle ferrate con i miei esploratori ed esploratrici; ho goduto di tramonti in riva al mare ed ho camminato di notte; ho organizzato traversate di laghi con canotti e gonfiabili; ho girato in bicicletta l’Olanda, con i miei ragazzi. Ho dormito in grotte e sotto le stelle, con gli animali selvatici a poca distanza. Ho montato le tende in ogni dove. Ho bevuto l’acqua quando avevo sete, assaporando la purezza della quota per effetto del ghiaccio che si scioglieva in bocca; ho giocato con la neve e sono rimasto bloccato per alcuni giorni per effetto della stessa; ho perso sentieri e ritrovato la via di casa dopo due giorni. Ho preso pioggia, vento freddo; ho sofferto il caldo. Ho sofferto la fame e la sete con i miei ragazzi.  Ho organizzato giochi, ho corso, ho pianto, ho riso. Ho camminato con lo zaino, ho sudato. Ho sofferto le punture delle ortiche e delle api. Ho vogato ed ho esplorato.  

Ho vissuto l’avventura fino in fondo. Per i ragazzi. Con loro.  Grazie a loro.

Sono stato fortunato?

Sicuramente.

Non per essere sopravvissuto.

Ma per aver fatto un bel pezzo di strada della mia vita con i miei ragazzi.

Per aver assaporato la vita. Grazie a loro.

Per aver avuto l’opportunità di scoprire la vita, tutti insieme, ciascuno per il proprio pezzo per cui era in cammino, in ricerca.

 

Fatalità? Forse sono vigliacco, ma è la giustificazione che riesco a darmi.

 

Cerco di immaginare il dolore che un familiare può provare alla perdita di un proprio caro così giovane: impossibile. Provo ad esercitare, in silenzio, una prova d’amore solidale che si espande dal mio cuore ed arriva a quello dei familiari per offrire un pizzico di conforto, di supporto. Non posso fare nulla di più. Il dolore è personale e va rispettato.

 

Gli amici, i compagni, i capi del gruppo, della zona. Nei loro panni non farei altro che ripetere “Assurdo”.

 

Può aiutare il conforto della preghiera: ma bisogna avere una grande fede per insistere.

 

Dio, se mi ascolti, distogli per un po’ lo sguardo da me e dedicati a lei: dalle l’opportunità di continuare a fare il Capo Reparto lassù da te. E’ la cosa più bella del mondo fare il Capo Reparto. Falla diventare la cosa più bella del Paradiso.

 

 

25 nov 2008

in preparazione all'Assemblea Nazionale

Come ogni anno, aumenta l’effervescenza associativa in vicinanza all’assemblea. Siccome ogni giorno se ne sente una, mi preme invece distrarmi un po’ con qualche concetto di fondo.

Dobbiamo rinforzare sempre più il concetto di un CNGEI realmente APERTO. Cioè capace di saper ACCOGLIERE ciò che è diverso senza preclusioni, senza essere prevenuti.

Diverso da che? Diverso da me stesso, si potrebbe dire.

Ed io rispondo: si, diverso da me stesso.

Sembra una banalità, ma è l’ESSENZA DELL’APERTURA.

Spesso ci convinciamo che il CNGEI è un’associazione LAICA, APERTA (traduciamo in inglese – per rendere meglio l’idea – OPEN SCOUT ITALIAN ASSOCIATION). Bene, ma dovremmo riuscire a tradurre in realtà questa affermazione.

Aperta vuol dire “capace di far entrare”, “capace di accogliere”, che non si spaventa della novità, che si arricchisce delle infinite diversità che ciascun individuo-componente ne è portatore “sano”; cioè capace di saper partire dall’essere diversi come elemento base per un confronto rispettoso, sincero, per scoprire cosa di buono ha l’altro per potersene arricchire.

 

Ma spesso ci troviamo, invece, a inorridire all’affermazione dell’altro, del diverso da noi, perché osa pensarla diversamente da noi e per questo tiriamo la sentenza “stiamo ancora a questo?” oppure “questo è poco rispettoso per me”, oppure “non puoi pensarla così, vuol dire che non rispetti la Legge Scout e la Promessa Scout”. E via giù a creare barricate per dimostrare di possedere la Verità.

 

Bene, distruggere questo modo di essere è la mia mission personale.

 

Non ritengo di possedere la Verità e sottolineo a tutti coloro con cui entro in contatto di non esserne in possesso; cerco di farli riflettere per far sì che ognuno possa rendersene conto per se stessi.

 

Ho una mia personale porzione di Verità e la posso condividere con chi mi sta intorno, con chi mi sta accanto: è il mio punto di vista. Che non posso imporre a nessuno.

Posso condividere la mia visione del mondo, ma non posso costringere altri ad averla nella stessa maniera.

 

Facciamo un esempio concreto: il mio pensiero sull’omosessualità.

Non so cosa sia perché è un’esperienza che non ho provato. In giovane età sono stato spaventato perché ho ricevuto leggere molestie che mi hanno portato ad una verità assoluta ed insindacabile: tener lontano gli omosessuali da me perché aggressivi e molestatori. Fino a quando ho incontrato una persona spettacolare che mi ha veramente, profondamente fatto evolvere sul sentiero della Verità: sapendo della sua omosessualità e dovendo condividere più giorni insieme, ho chiarito sin dall’inizio in maniera aggressiva la volontà di tenerlo a distanza. Alla sua risposta “ma chi sei, cosa vuoi, ma chi ti considera”, sono rimasto spiazzato: pensavo che l’aggressività e la volontà di volerci provare era dominio di tutti “quelli là”. Che stupido ero! Ingenuo, superficiale, infantile ero e sono stato fino a quel momento. Quando ho realizzato quanto forte sia stata la mia offesa nei suoi confronti, quanto fortemente sia stata la sua sensibilità stritolata a causa mia, quanto schifosa sia stata quella mia affermazione perché lesiva della sua dignità di essere umano, ho iniziato a riflettere. Ed a fargli domande. Giorni e giorni di domande. E sono rinato.

Non so cosa sia l’omosessualità perché non mi riesco ad immaginare nella fisicità con una persona del mio stesso sesso, ma inizio a pensare che è un mio limite e che presumo, non lo supererò: perché non ne ho la pulsione, non ne sento il bisogno, non riesco a capirlo cerebralmente. Ma sono sicuro di non poter mai più giudicare un altro né decidere in sua vece. Son sicuro che lui prova emozioni e soddisfazioni dalla fisicità alla mia stessa stregua, sono convinto che vive l’amore e lo strazio di non poterlo manifestare come invece io posso fare liberamente nel mio amore eterosessuale; immagino quanta quotidiana sofferenza sta nel vivere le battutine sarcastiche – e se non è così vuol dire che il percorso di accettazione del sé è molto più avanti di quanto io possa immaginare. E mi sento offeso personalmente quando mi si fanno battute sull’omosessualità in genere.

Torniamo al concetto della ricerca della Verità: come faccio a dire che l’omosessualità è contraria alla dignità umana? Se il mio percorso di vita mi porta a esercitarmi sempre più sulla strada della Coerenza e dell’adesione dei Valori contenuti nella Promessa e nella Legge scout, dov’è che non sarei coerente? E dov’è che non è coerente con la Legge e la Promessa Scout un omosessuale? Perché dovrei imporre il mio punto di vista? Io posso indicare la direzione, posso partecipare alla costruzione del percorso, chiedendo il contributo di tutti, ma sarei stolto se fossi sordo ai suggerimenti.

 

Ritengo però che tutti debbano avere la possibilità di esprimere il proprio punto di vista e di poterlo difendere: nel rispetto della dignità di ciascuno, voglio e devo offrire questa possibilità a tutti. E sono pronto anche a subire mortificazioni: talvolta le telefonate e le email che ricevo sono lesive della dignità personale e non solo del ruolo, ma permetto a tutti di potersi esprimere liberamente perché devono percepire l’UMANITA’ che c’è dietro al ruolo che ricopro e la sensibilità e l’errore che c’è sempre, di partenza, in un essere umano, quale io ritengo di essere. Cerco poi di manifestare il mio disappunto per il linguaggio, ma sempre cercando di vivere il RISPETTO CON CORAGGIO.   

 

Faccio un altro esempio: la scelta politica personale.

Ognuno ha le sue convinzioni, ognuno sa cosa vorrebbe per un’Italia migliore. Ma il limite più grosso è quanto sia difficile mantenersi in equilibrio per NON PROCLAMARE la giustezza dei Valori di cui siamo portatori e portatrici , perché è nell’interpretazione che i Valori trovano difformità di applicazione. Fin quando parliamo di Valori, tutti d’accordo: ma quando si giudica un governo di un colore rispetto ad un altro, si arriva alla definizione che è migliore o peggiore di un altro per il colore e non per le cose che fa. Questa cosa la trovo assurda. Dopo una solita chiacchierata notturna con Piercarlo durante un CN, ho capito che siamo stupidi se non ci sbilanciamo SEMPRE a FAVORE di chi FA BENE e COERENTEMENTE con i VALORI contenuti nella Legge Scout, a prescindere del colore con cui ama definirsi, offrendo la collaborazione per la parte di competenza e per la parte condivisibile. Non dobbiamo fare scelte di campo (o di qua o di là), ma scelta di coerenza con i Valori, con la Legge Scout e con la Promessa. Non metterci sotto una bandiera, ma essere portatori e portatrici di una bandiera unica: quella del giglio e del trifoglio. In merito a ciò, una domanda concreta: abbiamo contatti con i Pioneros Cubani, dobbiamo tenerli lontani perché frutto di una dittatura? O cercare di condividere con loro la bontà dello scautismo e della democrazia? Ma quanti paesi in cui la democrazia è una parola lontana hanno la rappresentanza nelle organizzazioni mondiali dello scautismo e del guidismo?

 

Sono fiero di questa associazione e se oggi sono così aperto, lo devo al CNGEI. E spero sempre più di aumentare il senso di Rispetto con cui vivere in relazione all’altro, a prescindere dal colore della sua pelle, del suo credo religioso, del suo orientamento sessuale, della sua convinzione politica. E spero di essere di esempio per chi mi circonda. Avendo la fortuna di Credere, chiedo a Dio la forza di procedere con passo fermo, perché l’errore è sempre dietro l’angolo.

 

  

 

 

19 nov 2008

Apertura all'altro: la diversità come ricchezza

sto riflettendo ancora sul concetto di Laicità per addizione: ho ricevuto diversi contributi, alcuni aperti, altri netti e definitivi.
Mi lascio ancora prendere dalla riflessione, ma su tutti trovo il lavoro presentato da Lorenzo e Donatella nel passato triennio quello più aperto e completo. Sicuramente uno spunto da cui partire e non una cosa definitiva. 
Ma ciò che più mi colpisce di questo documento e che ho ritrovato in pochi altri contributi, è proprio l'apertura all'altro che mi colpisce. E' proprio il senso profondo della Laicità, secondo me. Non l'esclusione di chi non la pensa come me, ma è l'accettazione a priori del pensiero altrui; non è l'allontanamento di chi non è omologato, ma è la dichiarazione che essere laici è proprio non essere massificati. Parte da un lavoro fatto da Attilio Scali, scout del cngei degli anni passati che offrì già negli anni 80-90 il suo contributo ed il suo servizio. 
Il lavoro di Lorenzo Maggini e Donatella Biozzi si arricchisce del dibattito associativo di questi ultimi anni.
Penso che dobbiamo partire da questo bel lavoro per elaborare la proposta di Formazione Spirituale che si rispecchi in una laicità che non sia più motivo di scandalo (mai più uno che non la pensacome me!!!) ma che sappia generare il Dubbio come punto di partenza per capire, accogliere le motivazioni dell'altro e che possa generare un'arricchimento per tutti.

13 nov 2008

Discorso di OBAMA la notte dell'insediamento

Ciao, Chicago!
Se là fuori c'è ancora qualcuno che dubita che l'America sia un luogo dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri Fondatori sia vivo nella nostra epoca, che ancora mette in dubbio la forza della nostra democrazia, questa notte è la vostra risposta.
È la risposta data dalle file di elettori che si estendevano intorno alle scuole e alle chiese, file mai viste prima da questa nazione, è la risposta che hanno dato le persone che hanno aspettato tre, quattro ore, molti per la prima volta in vita loro, perché erano convinti che questa volta doveva essere diverso, che la loro voce poteva fare la differenza.

È la risposta pronunciata da giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero, disabili e non disabili: americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati semplicemente un insieme di individui o un insieme di Stati rossi [Repubblicani] e Stati blu [Democratici]: noi siamo e saremo sempre gli Stati Uniti d'America.
È la risposta che ha spinto quelli che per tanto tempo, da tanta gente, si sono sentiti dire che dovevano essere cinici, spaventati, scettici su quello che possiamo fare, sulla possibilità di mettere le mani sul corso della storia e piegarlo in direzione della speranza di un giorno migliore. Ci ha messo molto ad arrivare, ma questa notte, grazie a quello che abbiamo fatto in questa giornata, in queste elezioni, in questo momento storico, il cambiamento è arrivato in America.

Poco fa ho ricevuto una telefonata estremamente gentile da parte del senatore McCain. Il senatore McCain si è battuto a lungo e con convinzione in questa campagna, e ha combattuto ancora più a lungo e con ancora più convinzione per il paese che ama. Ha sopportato sacrifici per l'America che la maggior parte di noi non riesce neppure lontanamente a immaginare. Tutti abbiamo beneficiato dei servizi resi da questo leader valoroso e altruista. Gli faccio le mie congratulazioni, faccio le mie congratulazioni alla governatrice Palin per tutto quello che hanno saputo fare, e spero veramente di poter lavorare insieme a loro nei mesi a venire per rinnovare le promesse di questa nazione.

Voglio ringraziare il mio compagno di viaggio in questa avventura, un uomo che si è impegnato nella campagna con tutto il suo cuore e ha dato voce agli uomini e alle donne con cui è cresciuto nelle strade di Scranton e con cui ha affrontato il viaggio sul treno verso casa in Delaware, il vicepresidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden.
E non sarei qui stanotte senza l'incrollabile supporto di quella che è stata la mia migliore amica negli ultimi 16 anni, la roccia della nostra famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady della nazione, Michelle Obama.

Sasha e Malia, vi amo tutte e due, più di quanto possiate immaginare, e vi siete guadagnate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca.
E anche se non è più con noi, so che mia nonna sta guardando, e con lei la mia famiglia, che mi ha reso quello che sono. Sento la loro mancanza stanotte, e so che il debito verso di loro è incommensurabile.
A mia sorella Maya, a mia sorella Auma, a tutti i miei fratelli e sorelle, grazie mille per il sostegno che mi avete dato. Vi sono grato.

E al direttore del mio staff elettorale, David Plouffe, l'eroe ignoto di questa campagna, che ha saputo costruire quella che credo sia stata la migliore campagna elettorale nella storia degli Stati Uniti d'America, al responsabile della strategia, David Axelrod, che è stato accanto a me per ogni passo di questo cammino, al migliore team elettorale mai messo insieme nella storia della politica: voi avete reso possibile tutto questo e io vi sarò per sempre grato per quello che avete sacrificato per riuscirci.
Ma soprattutto non dimenticherò mai a chi appartiene veramente questa vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi.

Non sono mai stato il candidato più probabile per questo incarico. Quando abbiamo cominciato avevamo pochi soldi e pochi appoggi. La nostra campagna non è stata architettata nei corridoi di Washington: è partita dai cortili di Des Moines, dai salotti di Concord, dalle verande di Charleston. È stata costruita da lavoratori e lavoratrici che hanno attinto ai loro magri risparmi per versare 5, 10, 20 dollari per la causa. È diventata forte grazie ai giovani che hanno rigettato il mito dell'apatia della loro generazione, che hanno lasciato le loro case e le loro famiglie per fare lavori che promettevano pochi soldi e poche ore di sonno. Ha attinto forza da quelle persone non più così giovani che hanno sfidato il freddo pungente e il caldo soffocante per andare a bussare alla porta di perfetti estranei, e da quei milioni di americani che hanno lavorato come volontari e hanno coordinato, e che hanno dimostrato, più di due secoli dopo, che un governo del popolo, dal popolo e per il popolo è ancora possibile. Questa è la vostra vittoria.
Io so che non avete fatto tutto questo solo per vincere un'elezione, e so che non lo avete fatto per me. Lo avete fatto perché siete consapevoli dell'enormità del compito che abbiamo davanti. Perché anche se stanotte festeggiamo, siamo consapevoli che sfide che ci aspettano saranno le più impegnative della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. Anche mentre stiamo qui stanotte, sappiamo che ci sono americani coraggiosi che percorrono i deserti dell'Iraq e le montagne dell'Afghanistan rischiando la loro vita per noi. Ci sono madri e padri che rimangono svegli dopo che i loro figli sono andati a dormire e si domandano come riusciranno a rimborsare il mutuo, a pagare i conti dei medici o a risparmiare abbastanza per poter mandare i figli all'università.

Ci sono nuove energie da radunare, nuovi posti di lavoro da creare, nuove scuole da costruire e minacce da affrontare, alleanze da risanare.
La strada che ci aspetta sarà lunga. La pendenza sarà ripida. Forse non ci arriveremo in un anno e nemmeno nell'arco di un mandato, ma, America, io non sono mai stato tanto fiducioso come questa notte che ci arriveremo. Ve lo prometto: noi, come popolo, ci arriveremo.
Ci saranno ostacoli e false partenze. Molti non concorderanno con tutte le decisioni che prenderò come presidente, e sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre sincero con voi sulle sfide che dovremo affrontare. Vi starò a sentire, specialmente quando non saremo d'accordo. E soprattutto vi chiederò di prendere parte all'opera di ricostruzione di questa nazione nell'unico modo che l'America abbia mai conosciuto nei suoi 221 anni di storia: una casa sull'altra, un mattone sull'altro, una mano incallita dalla fatica sull'altra.

Quello che è cominciato 21 mesi fa in pieno inverno non può finire in questa notte d'autunno. Questa vittoria da sola non rappresenta il cambiamento che cerchiamo: è soltanto l'occasione per noi di realizzare quel cambiamento.
E questo non accadrà se torneremo a com'erano le cose un tempo. Non accadrà senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio. E allora creiamo un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, dove ognuno di noi decide di buttarsi nella mischia e impegnarsi di più, e di occuparci non solo di noi stessi ma gli uni degli altri.

Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa, questo qualcosa è che Wall Street, la grande finanza, non può prosperare se Main Street, l'uomo della strada, patisce. In questo paese, ci alziamo o cadiamo come un'unica nazione: come un unico popolo.
Resistiamo alla tentazione di ricadere nella vecchia faziosità, meschineria e immaturità che avvelena da così tanto tempo la nostra vita politica. Ricordiamo che fu un uomo di questo Stato il primo a portare il Partito repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia nei propri mezzi, della libertà individuale e dell'unità nazionale. Questi sono valori che tutti condividiamo. E se questa notte il Partito democratico ha riportato una grande vittoria, lo facciamo con una parte di umiltà e con la determinazione a sanare le fratture che hanno ostacolato il nostro progresso.

Come disse Lincoln a una nazione molto più divisa della nostra: «Noi non siamo nemici, ma amici: la passione può aver messo a dura prova i nostri legami, ma non deve spezzarli». E a quegli americani di cui ancora devo conquistarmi il sostegno dico: stanotte non ho conquistato il vostro voto, ma ascolto la vostra voce, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro presidente.
E a tutti coloro che stanotte ci stanno guardando da altri paesi, da regge e parlamenti fino a coloro che stanno stretti intorno a una radio negli angoli più dimenticati del pianeta, dico: le nostre storie sono individuali, ma il nostro destino è comune e una nuova alba di leadership americana è a portata di mano. A coloro che vorrebbero distruggere il mondo dico: noi vi sconfiggeremo. A coloro che cercano pace e sicurezza dico: noi vi sosterremo. E a tutti coloro che si sono chiesti se il faro dell'America splende ancora come un tempo dico: questa notte vi abbiamo dimostrato una volta di più che la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dalla protata della nostra ricchezza, ma dalla forza costante dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e invincibile speranza.

Questo è il vero talento dell'America, il fatto che l'America può cambiare. La nostra unione può essere perfezionata. E quello che abbiamo già ottenuto ci dà speranza per quello che possiamo e dobbiamo ottenere domani.
In queste elezioni ci sono state molte novità assolute e molte storie che verranno raccontate per generazioni e generazioni. Ma una storia che ho in mente stanotte è quella di una donna che è andata a votare ad Atlanta. Assomiglia in tutto e per tutto ai milioni di altri individui che si sono messi in fila per far sentire la loro voce in queste elezioni, tranne che per un aspetto: Ann Nixon Cooper ha 106 anni.

Ann Nixon Cooper è nata appena una generazione dopo la fine della schiavitù: un'epoca in cui non c'erano macchine per le strade o aerei nei cieli; un'epoca in cui una come lei non poteva votare per due ragioni, perché era una donna e per il colore della sua pelle. E questa notte penso a tutto quello che ha visto nel corso del secolo che ha vissuto in America: l'angoscia e la speranza, la lotta e il progresso, i tempi in cui ci dicevano che non potevamo farcela e le persone che hanno tirato avanti fondandosi su quella professione di fede americana: «Sì, possiamo farcela».
In un'epoca in cui la voce delle donne veniva messa a tacere e le loro speranze venivano ignorate, Ann Nixon Cooper è vissuta per vedere le donne battersi per i propri diritti, far sentire la propria voce e ottenere il voto. Sì, possiamo farcela.

Quando c'era disperazione nella regione delle Grandi Pianure e tutto il paese era attraversato dalla depressione, abbiamo visto una nazione sconfiggere la paura stessa con un New Deal, un nuovo patto, con nuovi posti di lavoro e un nuovo sentimento di uno scopo comune. Sì, possiamo farcela.
Quando le bombe sono cadute nella nostra baia e la tirannia ha minacciato il mondo, Ann Nixon Cooper era lì a testimoniare come una generazione riuscì ad assurgere alla grandezza e a salvare la democrazia. Sì, possiamo farcela.
Ann Nixon Cooper era lì per gli autobus a Montgomery, per gli idranti a Birgmingham, per il ponte di Selma e per un predicatore di Atlanta che diceva alla gente "We shall overcome", noi vinceremo. Sì, possiamo farcela.

Un uomo è atterrato sulla Luna, un muro è crollato a Berlino, un mondo è stato collegato dalla nostra scienza e dalla nostra immaginazione. E quest'anno, in queste elezioni, Ann Nixon Cooper ha messo un dito su uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, attraverso i momenti migliori e le ore più cupe, lei sa che l'America può cambiare.
Sì, possiamo farcela.

Americani, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tante cose. Ma c'è ancora moltissimo da fare. Perciò questa notte domandiamoci: se i nostri figli dovessero vivere tanto da vedere il prossimo secolo, se le mie figlie dovessero essere tanto fortunate da vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, quale cambiamento vedranno? Quali progressi avremo realizzato?

Questa è la nostra occasione per rispondere a questo appello. Questo è il nostro momento. Questa è la nostra epoca: per rimettere la nostra gente al lavoro e aprire porte di opportunità per i nostri bambini; per riportare la prosperità e promuovere la causa della pace; per rivendicare il sogno americano e riaffermare quella verità fondamentale, che da molti siamo uno; che finché avremo vita avremo speranza: e quando ci troveremo di fronte al cinismo e al dubbio, e a quelli che ci dicono che non ce la possiamo fare, noi risponderemo con quella professione di fede immortale che riassume lo spirito di un popolo: sì, possiamo farcela.
Grazie. Dio vi benedica. E che Dio benedica gli Stati Uniti d'America.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

 

 

9 nov 2008

LAICITA' ed ACCOGLIENZA




























Andavo in Belgio per lavoro ed ho trovato questa pubblicità all’aeroporto. 

Per me ILLUMINANTE. Per la LAICITA’ del CNGEI, per l’ATTIVITA’ NAZIONALE SULL’ACCOGLIENZA. È per una banca (HSBC Bank)? E chissenefrega…Brava la HSBC Bank!

broccoli e torta al cioccolato

Bon, Mauvais, Mauvais, Bon (Buono, cattivo, cattivo, buono)

Stivali e ciabatte

Cool, Pas cool, Pas cool, Cool (Alla moda, fuori moda, fuori moda, alla moda)

Bicchieri

Moitié vide, Moitié plein (Mezzo vuoto, mezzo pieno)

spiegazione:

Essere aperti al mondo, è comprendere le differenze dei punti di vista.

Danza e Golf

Passionnant, Ennuyeux, Ennuyeux, Passionnant (Avvincente, noisos, noioso , avvincente)

Cane e Gatto

Vilain, Mignon, Mignon, Vilain (Brutto, Grazioso, Grazioso, Brutto)

Torre Eiffel e Piramide

Folie, Génie, Génie, Folie (Follia, Genio, Genio, Follia

scarpa da calcio e da danza

Force, Agilité, Agilité, Force (Forza, Agilità, Agilità, Forza)

Segnale stazione ferroviaria Ciascuno  Victoire, Défaite, Défaite, Victoire (Vittoria, Sconfitta, Sconfitta, Vittoria)


scarpe classiche e da ginnastica

Journée, Soirée (Giorno, Sera)

Sera, Giorno (Evening, Day)

Ognuno ha il suo punto di vista sul mondo, qual è il vostro ?


31 ott 2008

MAURO FURIA

la scomparsa di Mauro ci fa riflettere: sii preparato è uno dei nostri motti.
Grazie Mauro per avercelo trasmesso.
Buon cammino nelle nuove praterie celesti.
sergio

23 ott 2008

SCOUT FOR AFRICA

Carissimi,

Abbiamo realizzato oltre 2300 euro per il progetto Africa, quello partito con il mio compleanno.

 

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato al versamento.

 

Ad oggi, vista la vostra adesione e grazie anche a quanti stanno continuando ad effettuare versamenti, abbiamo deciso di lanciare una richiesta internazionale tra le associazioni scout africane, in maniera da ricevere progetti  con modalità di verifica dei soldi inviati. Ovviamente punteremo a finanziare progetti affinchè si sviluppi una microeconomia e non per dare solo sussistenza.

Ad oggi hanno reagito gli scout del Madagascar, del Senegal e siamo in attesa della risposta degli scout del Niger.

Vi terrò informati su ogni passo e scelta che si effettuerà.

Grazie ancora.

Sergio  

19 ott 2008

IMMIGRATI: NO, GRAZIE?

Sono stato in Olanda questa settimana e non ho potuto scaricare email per lavoro pressante. Per la prima volta dopo dieci anni di mie visite trimestrali o quadrimestrali in questo paese, sono stato ospitato da un italiano amico che ha preso casa nel sud dell’Olanda. Fino ad oggi, sono sempre andato a casa di un amico olandese o in albergo. Ebbene, il mio amico italiano si è spostato in Olanda perché qui ha fatto fortuna. Ha fatto una società con alcuni olandesi ed ora montano attrezzature in serra per il controllo automatico del clima.

UN’ESPERIENZA FANTASTICA.

Essere a casa di un napoletano all’estero è come stare a casa propria. E’ come stare a Napoli. Orari napoletani, cibo napoletano, ritmi napoletani, filosofia napoletana. Una little italy, per intenderci. Nonostante lui ospitasse anche i suoi operai (2 ucraini). Organizzazione da emigranti, però: suddivisione degli incarichi della quotidianità, particolare attenzione a risparmiare anche i centesimi di euro (tutto viene fatto per spedire i soldi a casa), telefonate notturne (perché si risparmia) alle proprie famiglie; racconti di punti di incontro settimanali con gli altri emigranti…

Ecco, ho vissuto per tre giorni da emigrante con gli emigranti.

Sofferenze dovute alla lontananza dai propri affetti (moglie e figli, madri, padri, ecc) dalle proprie radici (che ricrei in un angolino della casa). Lavoro trovato perché gli olandesi non vogliono farlo o non sanno farlo. Creatività italiana sfruttata. Tanta sofferenza nel sentirsi diverso andando al Pub e bere una birra da soli. O sapere che alcuni olandesi preferiscono allontanare gli immigrati perché rubano il loro lavoro.

 

E mi viene da ridere quando penso all’Italia, al mio paese. Se non ci fossero gli extracomunitari, non so chi andrebbe a lavorare nelle campagne, qui nel napoletano.

 

E’ vero, bisogna chiarire patti e condizioni, ma non sparare, a priori, contro l’immigrazione.

 

E’ vero, bisogna far si che la qualità della vita sia garantita sia agli italiani che vogliono vivere le proprie terre, sia agli immigrati che vengono a lavorarle: ma bisogna partire dalla dignità e dal rispetto di ciascun individuo, ciascun essere umano.

 

 

visita e lascia un commento sul mio blog:

http://serfior.blogspot.com

 

13 ott 2008

fine settimana di lavoro e di Assemblea di Sezione

Questo fine settimana è stato definito casalingo... Sabato mattina a recuperare un po' di lavoro andando per clienti; sabato pomeriggio ad assistere i bimbi mentre deb e gli altri a fare Comitato di Sezione in preparazione dell'Assemblea di Sezione (ed io ho approfittato a fare delle telefonate che da tanto aspettavano il mio trillo), sabato sera cena con i vicini di casa; domenica mattina in assemblea di Sezione a Portici. Anche qui è importante rilanciare un'azione che miri a valorizzare l'azione del singolo anzichè la recriminazione reciproca delle manchevolezze. Un dibattito che ha stentato a decollare perchè tutti a sottolineare ciò che la controparte non aveva fatto durante l'anno. Ma vincenzo Visone ha detto una cosa saggia: ognuno di noi tene 'o mariuolo 'cuorpo (ognuno sa di aver fatto errori) e quindi aggredisce per difendersi. Strano sistema. Poco incline allo spirito della Promessa e della Legge. Qando facciamo il Consiglio della Legge, mica ci mettiamo a sottolineare le mancanze dei nostri ragazzi? gli chiediamo: come pensi sia stato il tuo comportamento rispetto a questo articolo della Legge? e perchè tra adulti non siamo più capaci di farlo? perchè ci arroghiamo il diritto di giudicare reciprocamente? fin quando guardiamo la pagliuzza nell'occhio altrui, non andiamo da nessuna parte. Stiamo facendo ciò che fanno in tante altre parti, in tante altre associazioni.
Solo con un impegno VERO, SERIO, PROFONDO che sappia mettere a nudo se stessi allo specchio per i limiti e in comunione con tutti per le potenzialità, solo allora si potrà costruire un futuro migliore di oggi.
Ed alla fine, il colpo d'ala è arrivato: progetato il Campo Estivo di Sezione all'Estero. Brava sezione di Portici, forse iniziamo a guardare la luce alla fine del tunnel. Ma l'uscita è ancora lontana.

7 ott 2008

Nuovo Gruppo a Bari e Convegno a Molfetta




eccomi!!!


il ritorno dalla terra pugliese è stato pesante...con la Clio di Deborah tutta la famiglia ha affrontato questo viaggio: piccolo espediente per non abbandonare la famiglia per l'ennesimo fine settimana. Devo dire che la cosa è stata bella: siamo andati prima a Conversano (BA) ad incontrare Antonella, una scout di vecchia data. Ho ricordato con lei che al mio Corso Preliminare (allora si chiamava così il CPL), lei aveva tenuto la plenary di animazione: di professione Clown http://www.ludobus.it/schede/ludoopopo.htm, Antonella mi insegno' veramente a credere nelle mie capacità. "bisogna lavorare sulle proprie fragilità se si vuol far ridere"... sperimentai subito e mi accorsi che era vero. Ho poi imparato, da ciò, il saper valorizzare le mie fragilità come punti di forza o, quantomeno, di non considerarle debolezze statiche: se ci lavori su, esse diventano potenzialità. E quindi ho imparato a mettermi a nudo, senza recitare, ma dicendo a me stesso ed agli altri "sono così...". Grazie Antonella, per quella plenary dell'estate 1988 a Vestone!



Dopo il pranzo, giro turistico per Alberobello! spettacolare. Ed ancora il bello, la sensazione del guardare qualcosa di bello che emoziona è confortante per l'anima e lo spirito. Ed anche il corpo ne giova. Guardate un po' qui... http://www.alberobello.net/



Serata a Bari vecchia, in un locale dove il Presidente della Sezione di Bari, il mitico Luca Scarpiello, ci ha portato a gustare i piatti tipici baresi, in compagnia di CG del Bari 1, del nascente Bari 2, del Commissario di Sezione e di Antonella. bella serata! Notte a Monopoli - cittadina veramente deliziosa! - nella casa della famiglia Scarpiello, da ringraziare per la preziosa ospitalità e a costo nullo! http://www.comune.monopoli.bari.it/turismo.asp



Domenica mattina, sveglia all'alba perchè ci aspetta il Parco Punta Perrotti, diventato il simbolo della legalità a Bari, luogo dove si svolge l'apertura della sezione di Bari e si terrà la ocstituzione del nuovo gruppo Bari 2! Dopo circa 10 anni dalla forte crisi che ammazzò la locale sezione, il

CNGEI di Bari ricomincia a crescere con l'apertura del nuovo gruppo. Un gruppo di capi e di dirgenti ENCOMIABILI. Gruppo di persone affiatate, capaci di discutere, programmare, sorridere, giocare, sudare, soffrire insieme. E negli occhi di ciascuno riesci a vedere la scintilla vitale, quella che trasmette passione, voglia di giocare con i giovani e divertirsi con loro, con il ruolo però di fratelli e sorelle maggiori. Veramente un bel gruppo di dirigenti e capi! Mi hanno insegnato come ci si può veramente divertire: a volte si dice che siamo chiusi, settari, qualcuno si lamenta perchè si è troppo orientati verso lo scautismo... qualcuno ci urla "c'è vita là fuori...". bene, questi ragazzi mi hanno insegnato che C'è vita qua dentro (se può esistere un dentro ed un fuori); che vivere da scout è 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno: non è una giacca che indossi, è la propria pelle. Quando c'è afflato, quando c'è intesa, quando c'è il desiderio ed il piacere di crescere insieme, il foulard al collo è veramente un Simbolo. Ed il sabato sera può essere passato in sede ad aggiustare un tavolo o in discoteca; in montagna al campo o al mare a fare le vacanze insieme. E' proprio una famiglia. Grazie ragazzi.
All'apertura ha partecipato anche Marilina Laforgia, l'incaricata Nazionale al Coordinamento Metodologico dell'AGESCI. Una bellissima sorpresa, per me, un piacevolissimo incontro!


Spostamento a Molfetta nel tardo pomeriggio, a festeggiare la mostra per i 100 anni di scautismo

Convegno molto bello perchè è spaziato dalla Pedagogia all'Imparare Facendo, dal Globale al Locale. Il Prof Petrosino ha fatto un ottimo spaccato sociologico e giovanile che mi ha dato il la per parlare di scautismo e di come questo riesce ad intercettare i bisogni di un mondo giovanile che cambia in fretta. Annarita ha chiuso molto bene sulla realtà di Molfetta: gigi un coordinamento degno che ha dato un bel segnale di Scautismo anche nei luoghi che non sono proprio tipici scout. Un bell'intervento di Giovanni del Masci locale a sigillo del bel rapporto che stiamo costruendo come scautismo italiano.



Un bel fine settimana, non c'è che dire.



Un appello: in accordo con i giovani della sezione di Bari, siamo alla ricerca di una giovane consorte potenziale per Luca Scarpiello. Se riusciamo, vogliamo far nascere un comitato promotore. aiutateci!






30 set 2008

Seminario "politichegiovanili@scouteguide.it" & comitato federale allargato

gran bel fine settimana, quello passato.
era da un po' che ci stavamo lavorando su. E l'obiettivo principale era sperimentare il lavoro per la Federazione Italiana dello Scautismo come possibile e arricchente.

Nel Forum Nazionale dei Giovani http://www.forumnazionalegiovani.com/, la Federazione vi è presente e con Noemi alla segreteria, il nostro impegno è forte. La Pattuglia Federale è composta da persone dell'Agesci e del Cngei e si è spesa tanto per organizzare questo seminario, coinvolgendo altre associazioni iscritte al forum affinchè si possa riflettere sulle politiche giovanili e della cittadinanza attiva. i ragazzi della Pattuglia FIS-FNG hanno coinvolto il Ministro Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù ed il Giudice Giancarlo Caselli, Procuratore distrettuale antimafia di Palermo l'anno dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino ed oggi Procuratore Capo a Torino. tra le cose che mi hanno colpito di più della Meloni, c'è la sua affermazione sul concetto di Uguaglianza: bisogna creare opportunità di partenza per far sì che i giovani possano misurarsi e mettere in campo le migliori risorse personali per sviluppare il proprio potenziale, non creare le condizioni per arrivare all'Egualitarismo, cioè parità nel punto di arrivo. nel secondo caso vi è l'appiattimento sociale e la mortificazione personale, mentre nel primo caso vi è lo stimolo a migliorarsi ed evolvere. Ci ha deto anche che è pronta ad investire sul dialogo interculturale ed interreligioso, cosa che abbiamo subito colto al volo offrendo la nostra disponibilità a camminare insieme su questa strada. Ha presentato infine alcuni suoi progetti in atto: "La meglio Gioventù", un modo per promuovere l'immagine della parte buona dei giovani, quelli che non si mettono in mostra o quelli che costruiscono in silenzio, un mondo migliore (una sua frase famosa è "chi si impasticca dalla mattina alla sera è uno sfigato. Non è un vincente, è un mezzo fallito") e pubblicizzarlo attraverso i sistemi di comunicazione; "il Villaggio delle Comintà Giovanili", progetti di comunità di Giovani per i Giovani nelle città, nelle periferie, nelle provincie italiane affinche i giovani si sentano protagonisti del proprio mondo per costruirlo e cambiarlo nel migliore dei modi.
Caselli, nel pomeriggio ci ha tenuti inchiodati, nonostante il freddo, la stanchezza e l'appetito, per 2 ore e mezza e non è volata una mosca! tutti in silenzio, ad ascoltare il suo concetto di Cittadinaza Attiva. Essere sotto scorta dal 1974 vuol dire fare una scelta di vita forte: dal terrorismo alla mafia e, la cosa più strana, è che è stato accusato di essere fascista nel periodo del terrorismo e comunista nel periodo dell'antimafia. strana sorte quella di Caselli. sentirlo è stato un piacere, oltre che testimonianza di ESEMPIO di Cittadinanza attiva. Mi è piaciuta la premessa: "non prendete per oro colato ciò che ho da dirvi, ascoltatemi ma poi ragionate con la vostra testa". "Democrazia è Diritto ad una vita decorosa per tutti; non bisogna cadere nella tentazione che i giochi sono già fatti, ma credere profondamente che il futuro dipende da noi per ciò che facciamo e decidiamo oggi = CITTADINANZA ATTIVA. Il Presente serve per preparare il futuro con le nostre scelte". "bisogna diffidare e porre la giusta attenzione quando la Libertà e l'Uguaglianza non dipendono più dalle regole (la Costituzione e le Leggi dello Stato), ma dai rapporti di forza tra gruppi contrapposti. La democrazia funziona se si può esercitare anche un ruolo di Garanzia e di Controllo: attraverso l'informazione, attraverso l'autonomia del potere giudiziario dal potere politico.
Ma la lezione più alta che ho ricevuto è stata quella riguardante la PAURA: non biosgna essere ostaggi della Paura, della Insicurezza: si diventa ostaggi rinchiusi in se stessi e nei propri luoghi privati. Vivere il pubblico è speranza, aprirsi agli altri, collaborare, aiutarsi, è azione di Carità per un credente, speranza di un futuro migliore per tutti, credenti e non credenti. Agire con la visione di un futuro migliore serve ad aiutare tutti ad agire con forza e determinazione".
in contemporanea, abbiamo lavorato di Comitato Federale allargato al Comitato Centrale Agesci ed al Consiglio Nazionale ed ai Commissari Nazionali del Tavolo educativo del CNGEI. Desideriamo una nuova Fis, capace di aggregare, coagulare intorno a sè progetti ed idee, azioni ed opere affinche lo scautismo italiano trovi una forma aperta e plurale, capace di raggiungere tutti, ma proprio tutti i giovani italiani. Abbiamo iniziato a lavorare sempre meglio insieme, con la possibilità di confronto senza rinunciare alla schiettezza reciproca.
sono contento dei risultati raggiunti, soprattutto per il poco tempo a disposizione.


25 set 2008

ciccio salerno, arrivederci!

Caro Ciccio,
oggi ci hai lasciato. Ero a Praiano, sulla costiera amalfitana, quando è arrivato un sms con la notizia che eri morto. Ero nel paradiso terrestre: ho subito pensato che sei andato in un posto simile.
mentre parlavo di lavoro la mia mente si è assentata dalla chiacchierata ed è andata al nostro primo incontro: al tecnicamp a Bagnoli irpino, sul lago Laceno. eri molto critico nei confronti del CNGEI e della dirigenza associativa.
ti ho conosciuto così, brontolone e pungente.
ma i tuoi occhi mi parlavano d'altro, quella sera. mi parlavano di AMORE PER LO SCAUTISMO. mi parlavano di PASSIONE per la VITA DI CAMPO. mi parlavano di ENTUSIASMO per le cose che facevi, mi parlavano di IMPEGNO per i giovani di Niscemi, mi parlavano di STRATEGIE per lo scautismo siciliano.
Ti ho reincontrato al tecnicamp giù in Sicilia, quando avevi il fazzolettino al collo che serviva per asciugarti il sudore mentre cucinavi (perchè il Capo deve dare l'ESEMPIO! dicevi) con il forno da campo e guardavo nei tuoi occhi l'ORGOGLIO ed il DIVERTIMENTO di stare in mezzo ai ragazzi (non solo i tuoi, ma anche quelli degli altri!). Mi facesti fare il giro di ogni centimetro del tuo sottocampo ed eri fiero di ciò che i ragazzi erano stati capaci di fare.
Ed è per questa tua lealtà e schiettezza, per la passione e per l'entusiasmo, per l'amore verso lo scautismo e per il CNGEI che ti chiesi di candidarti al consiglio nazionale. Ti dissi anche che nonostante tu fossi un rompiscatole, mi piaceva la tua lealtà e la tua schiettezza: per questo volevo costruire tre anni di CN con te. MA tu rifiutasti, nonostante le mie insistenze. Mi spiegasti le motivazioni, che già allora consapevolmente prefiguravano questo appuntamento di oggi: me lo dicesti ed io non insistetti più. E ti ho rivisto ancora in Assemblea Nazionale, nell'ultima, quella di novembre scorso. Ho apprezzato, al di là dei tuoi brontolii tumultuosi, la voglia di far capire che vivere a Niscemi non è cosa semplice; fare scautismo in Sicilia non è proprio facile. Le riforme dello Statuto ti hanno appassionato e hai messo il cuore in ogni intervento, con coerenza e consapevolezza. Non era importante se tutti gli altri la pensassero in maniera diversa, ma tu esercitavi il diritto di difendere la tua visione. Ho cercato di rassicurarti avvicinandomi e dicendoti: "non preoccuparti, Ciccio, sappi che il CN e il Capo Scout ti saranno sempre vicino! fai presente le tue esigenze e chiedici cosa possiamo fare per voi. Vogliamo essere vicino a Voi". Ma tu mi guardasti stralunato, con l'occhio spento. Non mi prestasti ascolto: forse eri troppo preso dal dibattito assembleare notturno.
Ti salutai fraternamente quando stavi andando via, la domenica. Non immaginavo che sarebbe stata l'ultima volta che i nostri sguardi, schietti e sinceri come sempre, si sarebbero incontrati.
Nell'ultimo incontro in Sicilia, a Luglio scorso, non c'eri, ma c'erano i soci della tua Sezione. non ho avuto il coraggio di chiedere come stavi, perchè quando loro parlavano di te, le lacrime velavano i loro occhi. Erano gli occhi di chi ti ha tanto amato e avrebbe coluto difenderti da un triste destino. Vanamente.
Ciccio, oggi ci hai lasciato. Ma perchè non riesco a togliermi dagli occhi la tua faccia sorridente, la barba non fatta di qualche giorno, gli occhi che parlano al posto del cuore senza che la bocca si apra, l'immancabile cappellone in mano? sembra tanto che ti stai abbassando verso di me per salutarmi con il bacio, affettuosamente, come facevi quando ci incontravamo, prima che cominci a lamentarti per dirmi tutte le cose che non vanno...
Grazie Ciccio.
Buona strada. I tuoi figli, i tuoi ragazzi, i tuoi scout, i tuoi amici possono essere orgogliosi di averti conosciuto. Spero che questo possa confortarli per la tua assenza.
Arriverderci Ciccio. Lo so che un giorno ci incontreremo nuovamente. da qualche parte che tu conosci ed io non ancora. grazie per avermi donato quella scintilla di eternità sempre presente nei tuoi occhi.

22 set 2008

dopo interbranca

appena tornati da interbranca, neanche il tempo di riprendersi. Mi sono rituffato nello sprint per il seminario di sabato e domenica prossima e per l'organizzazione del comitato federale allargato.
per il secondo anno consecutivo, il comitato federale di autunno è allargato al nostro Consiglio Nazionale ed ai Commissari Nazionali e al Comitato Centrale dell'Agesci. E' la voglia di voler discutere e costruire insieme tutti i passi necessari per una federazione non risultato di somma pura, ma frutto di un vero spazio dove si sottolineano i punti in comune delle 2 associazioni che fanno lo scautismo italiano e le differenze che possono dare l'opportunità reciproca di crescere nella diversità.
MA PARLIAMO di INTERBRANCA: un bell'incontro, frutto dei miglioramenti apportati dopo l'esperienza dello scorso anno. E concretizzazione di coinvolgimento, di condivisione, di ricerca della mediazione con il fine di poter esprimere al meglio differenti posizioni che possano trovare punti comuni per ogni slancio in avanti del CNGEI.
sono contento per com'è andato l'incontro, perfettibile e migliorabile. Non sono contento per lo stile che abbiamo mostrato: abbiamo ancora tanto in cui migliorare in questo settore.
abbiamo lanciato il nuovo PEG, il Progetto di Sezione, il documento sul ruolo del Capo Gruppo, abbiamo discusso di assemblea straordinaria per le riforme istituzionali, abbiamo chiesto quale coinvolgimento sia possibile per i giovani per i processi decisionali a tutti i livelli. L'importanza della Comunicazione; è partito il gruppo di Lavoro sull'Uniforme. Tutto chiedendo, condividendo, riconoscendo i propri errori se ve ne sono stati.
E proprio su questo punto mi piace soffermarmi: la delibera controversa delle iscrizioni è stato motivo di grande dibattito. Qualcuno ha superato il limite, ma ancora una volta abbiamo preso coscienza che siamo dei volontari, che facciamo le cose al meglio, ma non è la nostra porfessione; abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti per poter fare bene e nessuno può essere tanto presuntuoso da considerarsi perfetto o portatore della verità. Noi siamo convinti che riconoscere gli errori sia una forza morale più che una manifestazione di debolezza: e come tali ci siamo mossi e continueremo a muoverci, convinti che insieme possiamo fare molto. da soli, facciamo poco e male. ma dobbiamo raccogliere le volontà di tutti affinche sia l'intero CNGEI a vincere.

18 set 2008

Interbranca 2008 e seminario politiche giovanili

è da un po' che non scrivo. il tempo vola via ed io rincorro. per l'organizzazione di interbranca mi sono ritrovato a dover coordinare tutto in tre giorni. tutti si sono svegliati lunedì scorso. ed ovviamente, sono in affanno. tutti documenti importanti, tutti da leggere con molta attenzione, tutti da sottolineare, verificare, dare suggerimenti, aiutare ad interpretare e spiegare meglio. una fatica immane. svolta di notte, perchè di giorno lavoro.
speriamo che tutto vada bene, ce l'abbiamo messa tutta, facendo tesoro degli errori commessi in passato. Le polemiche le metto in conto, ma spero che gli incontri specifici vadano bene, che la logistica giri, che le persone vadano via soddisfatte, anche se poi vorranno polemizzare come condizione di partenza.
mi guarderò intorno e cercherò la mia soddisfazione.
le cose che verranno presentate sono tante e tutte di spessore. ci sono tante cose che stanno bollendo in pentola: questa interbranca è abbastanza delicata perchè dal contributo di ciascuno si avrà il quadro di dove volgiamo andare e cosa vogliamo fare.

ed un altro momento clou che si sta accavallando è il seminario sulle politiche giovanili organizzato da FIS per la propria presenza nel Forum Nazionale dei Giovani: interverranno il Ministro della Gioventù Meloni per parlare di giovani ai giovani e il Procuratore Caselli per parlare di legalità. Gran bel seminario. i ragazzi che hanno lavorato su qesto evento hanno fatto un gran bel lavoro.

OMAGGIO A TROISI

La Reggia di Caserta: il mio Sogno Eterno

Dissacrante ed esilarante!

ptg leone 1982 sez. Portici

ptg leone 1982 sez. Portici

La notte dei cristalli: germania, 9 novembre 1938

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