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16 feb 2008

secondo giorno di Crisi Wosm e Governance

oggi é stata una full immersion sulle problematiche oggetto dei nostri dibattiti planetari scout.
da stamani si discute su governance, soldi, pagamenti, impegni di spesa e come si spenbdono i soldi. assemblea Plenaria, divisione in gruppi, reprot finale: abbiamo chiarito da più parti del mondo (ed anche noi come italiani abbiamo fatto i nostri interventi formlali ed informali, in plenaria, nei gruppi, nei corridoi, al café) che la crisi puo' trovare sbocco nel dare più potere al Comitato Mondiale in quanto organo politico per la visione di lungo periodo ed alle regioni per la visione di medio periodo e per il supporto alle organizzazioni nazionali. ho capito anche che la crisi viene da molto lontano e che il problema del Segretario Generale e del suo potere non é il problema, ma la conseguenza. il problema é il rappresentare degnamente tutte le anime sociali del mondo (anglosassone, latina, africana, ecc) e dare una struttura di dimensioni abbordabili per non lasciare lontano la base dal vertice.
a domani per le conclusioni

15 feb 2008

crisi WOSM: meeting a Parigi

eccomi a Jambville, un paesino sperduto intorno parigi, con rappresentanti di tutte le organizzazioni nazionali a discutere di crisi wosm e governance.
appena arrivati, siamo partiti subito con la spiegazione da parte di Luc Panissod (il facente funzione di Segretario Genreale wosm) della interpretazione ufficiale della crisi.
ovviamente, la crisi è identificata in una serie di azione e reazione innescata nella notte dei tempi ma aumentata con i mesi finali di gestione Moreillon e con dall'assunzione di Eduardo.
alla fine in tanti eravamo perplessi, ma hanno dato il tempo per il question time (circa mezz'ora): si sono aperte le danze e....via, con domande a raffica. risposte mediate e meditate. l'impressione che ho avuto é che Herman Hui, il Capo del World Commitee, é messo la' a prender mazzate. le domande hanno incalzato il Comitato, ma le risposte erano vaghe. Ero tentato di far presente la posizione della FIS (riconoscimento dell'errore e scuse da parte delle organizzazioni nazionali ribelli come condizione di partenza), ma ho scelto di attendere miglior momento. coffe breack con oltre 1 ora di ritardo... dopo ci vien data la possibilita' di fare gli incontri bilaterali: noi ci riuniamo come gruppo di lisbona (un gruppo di paesi che si ritrovano nella stessa cultura latina - mondo francofono, spagnolo e mediterraneo). Qui inizio con l'affermare il punto di vista degli italiani: erano presenti tanti paesi che gia' avevano firmato il nostro doc di novembre scorso, quindi tutti d'accordo. la mia preoccupazione era solo di non apparire l'italiano che vuol difendere il licenziato, ma cercare di far valere a gran voce Valori e Metodi democratici.
dopo 1,5 ore di dibattito interno, riusciamo a venir fuori con un'unica posizione (+ di 15 paesi), ma non riesco a far accettare la condizione di riconoscimento del torto per poter andare avanti. nella plenaria il responsabile del bureau africano, anche lui partecipante nel gruppo di lisbona, fa un intervento splendido, dicendo che nel suo paese, quando c'é una controversia, il più forte chiede scusa al più debole per poter camminare nuovamente insieme. Il nostro CINT WOSM Federale, Roberto rincara la dose per smorzare l'intervento del Presidente della fondazione (che ha detto che non é uno scontro Dollaro contro Valori, ma dollaro PER i Valori): ha fatto un intervento elegante ma duro, dicendo che invece la percezione esterna é proprio il contrario. L'Americano risponde che rifarebbe tutto perché ha agito per la responsabilita' verso i propri ragazzi e costretto negli anni a reagire perché mai nessuno ha reagito ad altri stimoli; lo Svedese chiede scusa ma é stato costretto ad agire cosi' altrimenti non si sarebbe mai riflettuto su metodi di management brutali ed antidemocratici; la fondazione dice che ha dovuto agire cosi' perché coloro che danno soldi in beneficenza hanno il diritto di sapere dove vanno i soldi (vedi BILANCIO) cosa che veniva fornita con tempi lunghi e con forti inesattezze o incompletezze - ma chiede scusa; gli inglesi chiedono scusa per l'impatto generato ma anche loro costretti per far riflettere.... poi molte perplessità su Picarquin - la casa in Chile: sembra sia stata comprata per iniziativa personale di Eduardo con l'autorizzazione del comitato mondiale precedente - non più in carica - ma quando erano presenti solo tre membri.
alla domanda "che ci fate ancora li'" la risposta é stata seria ed equilibrata, grave di responsabilità: sono li' perché, seppur consci che il potere é mooooolto limitato - si riuniscono max 2 volte l'anno e lasciano l'esecuzione al SG - vogliono traghettare wosm alla conferenza in korea.
insomma, l'impressione é che ho visto lo stesso caos che ho letto finora... anche qui ognuno ha la sua verita'. Quindi, per capirci qualcosa in più, mi son messo a fianco dello svedese a cena per dialogare con lui.... e ci siamo messi l'uno nei panni dell'altro. Gli ho chiesto più volte di riconoscere pubblicamente l'errore di metodo (comprendendo la sofferenza di non essere stato ascoltato per più anni), per poter creare un clima disteso ed iniziare a pianificare il futuro con maggiore serenità. non mi ha risposto: vedremo domani.

11 feb 2008

il potere e la responsabilità

Abbiamo fatto il Consiglio Nazionale, ieri e l’altro ieri.

Il Consiglio diventa sempre più un buon gruppo, fato di gente che man mano aumenta l’entusiasmo, che s’impegna sempre più a fare.

Si lavora scherzando, qualche volta divertendosi, ma si lavora.

Questo fine settimana abbiamo affrontato temi seri e difficili, dove ogni scelta deve essere analizzata da tutti i punti di vista. Ed è facile dimenticarne uno. Per non dimenticarlo, dobbiamo discutere, discutere, discutere per far uscire fuori tutte le possibili sfaccettature.

Ed anche in questo week end è andata così. Ma le discussioni sono costruttive, percepisco un buon clima: nessuno si mette di traverso per partito preso e per pregiudizio rispetto a qualcosa o qualcuno, ma trovo che ciascuno cerca di compenetrarsi nel problema e nelle tensioni emotive delle persone coinvolte dalla decisione che si sta per prendere.

Abbiamo affrontato, tra gli altri, un tema forte del CNGEI: la promessa di branca L. scegliere è stata una liberazione perché il peso di dodici anni grava molto sull’eredità consegnataci. Scegliere è stato inghiottire bocconi amari delle critiche che son venute fuori negli ultimi tempi e altre ne verranno. Scegliere è diventata la prospettiva di un percorso che può diventare un calvario quando in tanti si accorgeranno solo ora che la nuova promessa comporta modifiche di comportamenti, di atteggiamenti, di coinvolgimenti.

A chi inneggia alla lesa maestà di aver osato cambiare la Promessa del 1926 mi piacerebbe spingerlo a considerare che siamo un movimento e non possiamo star fermi in una realtà che cambia; che essere in un movimento significa Partecipare al cambiamento e non star fermo, sentendosi la coscienza a posto per aver delegato, riservandosi il diritto di critica da avversare a che è preposto a prendere decisioni al suo posto; che essere in un Movimento significa che tutto può essere evoluzione, facendo riferimento ai Principi ed ai Valori contenuti nella Promessa e nella Legge originaria (e non nella formula); che gli altri che hanno portato avanti un’idea che è stata condivisa dalla maggioranza non è l’idea di un nemico, ma solo di persone convinte quanto lo si è in cuor proprio della bontà e della giustezza della propria causa.

A chi inneggia alla vittoria, desidererei ricordare che non ha fatto una battaglia a forte apache, non ha resistito all’assedio di mafeking, ma ha solo portato avanti, con convinzione, ciò che riteneva giusto fare in un mondo che cambia ma che qualcuno non riesce a vederla allo stesso modo; che l’impegno profuso è legato ad una prospettiva per arrivare più facilmente ai Lupetti futuri e a sempre più bambine e bambini; che con questa formulazione si riesca a raggiungere, con maggiori chiarezze, le famiglie che scelgono il cngei per l’educazione dei propri figli.

 

A tutti chiedo RISPETTO per l’altra parte, nella prospettiva che in un periodo adeguato si possa serenamente fare una verifica del percorso e dell’efficacia dell’azione partendo dalla base della democrazia: ora l’associazione ha scelto e bisogna, si deve, c’è l’obbligo di provare e di cimentarsi in questa nuova via, senza se e senza ma. Il tempo ci darà la possibilità di capire se abbiamo fatto bene o meno. Ma ora, più che mai, il CNGEI ha bisogno di unità per capire il futuro cosa gli riserva.

 

A me e a chi ha scelto con me (il Presidente e l’intero Consiglio), rimane la gioia di aver contribuito a completare un percorso, a dare una nuova prospettiva al CNGEI ma anche il dolore della sofferenza per quanti si adatteranno con difficoltà, con resistenza, con poca convinzione a questo percorso. Le strade le abbiamo tentate tutte, dando il tempo della condivisione: c’è l’amarezza di percepire che non tutti hanno colto l’opportunità di tuffarsi o ri-tuffarsi nella condivisione. Abbiamo rallentato il percorso ma non è stato sfruttato il rallentamento e siamo sofferenti perché, mettendoci nei panni di chi sta cercando di reagire ora, capiamo la difficoltà ma siamo consapevoli che non possiamo più fermarci, altrimenti ci impantaniamo. Rimane la speranza che da questa esperienza abbiamo imparato che, quando c’è la chiamata alla Partecipazione, tutti devono cogliere le opportunità che si presentano per vivere la democrazia fino in fondo.

 

Rifletto sul peso che comporta una scelta, ogni scelta, nel mio ruolo e non mi riferisco solo alla Promessa. Ogni scelta comporta difficoltà, a volte lacerazioni, a volte mal di pancia: perché si cerca di capire sempre il pensiero ed i bisogni di tutti i coinvolti. Ma scegliere significa Credere in un Progetto, perseguirlo e comportarsi con fedeltà ai Valori ed ai Principi, per il bene ed il Progresso dell’Umanità attraverso l’azione del CNGEI. E a volte bisogna prendere delle decisioni con sofferenza, ma bisogna prenderle. A volte sono coinvolte persone, altre volte situazioni: non tutti potranno esser contenti, ma tutti potranno vedere, speriamo, crediamo, un CNGEI sempre più florido.

 

 

 

OMAGGIO A TROISI

La Reggia di Caserta: il mio Sogno Eterno

Dissacrante ed esilarante!

ptg leone 1982 sez. Portici

ptg leone 1982 sez. Portici

La notte dei cristalli: germania, 9 novembre 1938

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