Come ogni anno, aumenta l’effervescenza associativa in vicinanza all’assemblea. Siccome ogni giorno se ne sente una, mi preme invece distrarmi un po’ con qualche concetto di fondo.
Dobbiamo rinforzare sempre più il concetto di un CNGEI realmente APERTO. Cioè capace di saper ACCOGLIERE ciò che è diverso senza preclusioni, senza essere prevenuti.
Diverso da che? Diverso da me stesso, si potrebbe dire.
Ed io rispondo: si, diverso da me stesso.
Sembra una banalità, ma è l’ESSENZA DELL’APERTURA.
Spesso ci convinciamo che il CNGEI è un’associazione LAICA, APERTA (traduciamo in inglese – per rendere meglio l’idea – OPEN SCOUT ITALIAN ASSOCIATION). Bene, ma dovremmo riuscire a tradurre in realtà questa affermazione.
Aperta vuol dire “capace di far entrare”, “capace di accogliere”, che non si spaventa della novità, che si arricchisce delle infinite diversità che ciascun individuo-componente ne è portatore “sano”; cioè capace di saper partire dall’essere diversi come elemento base per un confronto rispettoso, sincero, per scoprire cosa di buono ha l’altro per potersene arricchire.
Ma spesso ci troviamo, invece, a inorridire all’affermazione dell’altro, del diverso da noi, perché osa pensarla diversamente da noi e per questo tiriamo la sentenza “stiamo ancora a questo?” oppure “questo è poco rispettoso per me”, oppure “non puoi pensarla così, vuol dire che non rispetti la Legge Scout e la Promessa Scout”. E via giù a creare barricate per dimostrare di possedere la Verità.
Bene, distruggere questo modo di essere è la mia mission personale.
Non ritengo di possedere la Verità e sottolineo a tutti coloro con cui entro in contatto di non esserne in possesso; cerco di farli riflettere per far sì che ognuno possa rendersene conto per se stessi.
Ho una mia personale porzione di Verità e la posso condividere con chi mi sta intorno, con chi mi sta accanto: è il mio punto di vista. Che non posso imporre a nessuno.
Posso condividere la mia visione del mondo, ma non posso costringere altri ad averla nella stessa maniera.
Facciamo un esempio concreto: il mio pensiero sull’omosessualità.
Non so cosa sia perché è un’esperienza che non ho provato. In giovane età sono stato spaventato perché ho ricevuto leggere molestie che mi hanno portato ad una verità assoluta ed insindacabile: tener lontano gli omosessuali da me perché aggressivi e molestatori. Fino a quando ho incontrato una persona spettacolare che mi ha veramente, profondamente fatto evolvere sul sentiero della Verità: sapendo della sua omosessualità e dovendo condividere più giorni insieme, ho chiarito sin dall’inizio in maniera aggressiva la volontà di tenerlo a distanza. Alla sua risposta “ma chi sei, cosa vuoi, ma chi ti considera”, sono rimasto spiazzato: pensavo che l’aggressività e la volontà di volerci provare era dominio di tutti “quelli là”. Che stupido ero! Ingenuo, superficiale, infantile ero e sono stato fino a quel momento. Quando ho realizzato quanto forte sia stata la mia offesa nei suoi confronti, quanto fortemente sia stata la sua sensibilità stritolata a causa mia, quanto schifosa sia stata quella mia affermazione perché lesiva della sua dignità di essere umano, ho iniziato a riflettere. Ed a fargli domande. Giorni e giorni di domande. E sono rinato.
Non so cosa sia l’omosessualità perché non mi riesco ad immaginare nella fisicità con una persona del mio stesso sesso, ma inizio a pensare che è un mio limite e che presumo, non lo supererò: perché non ne ho la pulsione, non ne sento il bisogno, non riesco a capirlo cerebralmente. Ma sono sicuro di non poter mai più giudicare un altro né decidere in sua vece. Son sicuro che lui prova emozioni e soddisfazioni dalla fisicità alla mia stessa stregua, sono convinto che vive l’amore e lo strazio di non poterlo manifestare come invece io posso fare liberamente nel mio amore eterosessuale; immagino quanta quotidiana sofferenza sta nel vivere le battutine sarcastiche – e se non è così vuol dire che il percorso di accettazione del sé è molto più avanti di quanto io possa immaginare. E mi sento offeso personalmente quando mi si fanno battute sull’omosessualità in genere.
Torniamo al concetto della ricerca della Verità: come faccio a dire che l’omosessualità è contraria alla dignità umana? Se il mio percorso di vita mi porta a esercitarmi sempre più sulla strada della Coerenza e dell’adesione dei Valori contenuti nella Promessa e nella Legge scout, dov’è che non sarei coerente? E dov’è che non è coerente con la Legge e la Promessa Scout un omosessuale? Perché dovrei imporre il mio punto di vista? Io posso indicare la direzione, posso partecipare alla costruzione del percorso, chiedendo il contributo di tutti, ma sarei stolto se fossi sordo ai suggerimenti.
Ritengo però che tutti debbano avere la possibilità di esprimere il proprio punto di vista e di poterlo difendere: nel rispetto della dignità di ciascuno, voglio e devo offrire questa possibilità a tutti. E sono pronto anche a subire mortificazioni: talvolta le telefonate e le email che ricevo sono lesive della dignità personale e non solo del ruolo, ma permetto a tutti di potersi esprimere liberamente perché devono percepire l’UMANITA’ che c’è dietro al ruolo che ricopro e la sensibilità e l’errore che c’è sempre, di partenza, in un essere umano, quale io ritengo di essere. Cerco poi di manifestare il mio disappunto per il linguaggio, ma sempre cercando di vivere il RISPETTO CON CORAGGIO.
Faccio un altro esempio: la scelta politica personale.
Ognuno ha le sue convinzioni, ognuno sa cosa vorrebbe per un’Italia migliore. Ma il limite più grosso è quanto sia difficile mantenersi in equilibrio per NON PROCLAMARE la giustezza dei Valori di cui siamo portatori e portatrici , perché è nell’interpretazione che i Valori trovano difformità di applicazione. Fin quando parliamo di Valori, tutti d’accordo: ma quando si giudica un governo di un colore rispetto ad un altro, si arriva alla definizione che è migliore o peggiore di un altro per il colore e non per le cose che fa. Questa cosa la trovo assurda. Dopo una solita chiacchierata notturna con Piercarlo durante un CN, ho capito che siamo stupidi se non ci sbilanciamo SEMPRE a FAVORE di chi FA BENE e COERENTEMENTE con i VALORI contenuti nella Legge Scout, a prescindere del colore con cui ama definirsi, offrendo la collaborazione per la parte di competenza e per la parte condivisibile. Non dobbiamo fare scelte di campo (o di qua o di là), ma scelta di coerenza con i Valori, con la Legge Scout e con la Promessa. Non metterci sotto una bandiera, ma essere portatori e portatrici di una bandiera unica: quella del giglio e del trifoglio. In merito a ciò, una domanda concreta: abbiamo contatti con i Pioneros Cubani, dobbiamo tenerli lontani perché frutto di una dittatura? O cercare di condividere con loro la bontà dello scautismo e della democrazia? Ma quanti paesi in cui la democrazia è una parola lontana hanno la rappresentanza nelle organizzazioni mondiali dello scautismo e del guidismo?
Sono fiero di questa associazione e se oggi sono così aperto, lo devo al CNGEI. E spero sempre più di aumentare il senso di Rispetto con cui vivere in relazione all’altro, a prescindere dal colore della sua pelle, del suo credo religioso, del suo orientamento sessuale, della sua convinzione politica. E spero di essere di esempio per chi mi circonda. Avendo la fortuna di Credere, chiedo a Dio la forza di procedere con passo fermo, perché l’errore è sempre dietro l’angolo.