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27 dic 2009

Ematologia, stanza 22: da Giovanni Spitale.

 

Leggo uno dei miei libri preferiti. È il dhammapada, un testo scritto attorno al primo secolo a.C., ma di origine più antica, di circa due secoli. È una raccolta dei detti del Buddha intorno a varie questioni. E la strofa di oggi è la numero 122, che recita «Non minimizzare una buona azione, non pensare che non avrà conseguenze. Una goccia dopo l'altra riempie la brocca, la serenità a poco a poco si accumula in una mente consapevole». Leggo questo mentre, in una asettica stanza di ospedale, guardo quattro flebo che gocciolano vita nei corpi di quattro compagni di sventura. Uno sembrerebbe essere il mio. Guardo alcune foto di qualche mese fa. Questo corpo, sorridente, ammicca dalla cima di uno dei picchi delle creste di San Giorgio, itinerario alpinistico che va da Solagna a Camposolagna. E devo chiedermelo, la mia formazione e la mia umana curiosità me lo impongono: come mai? Perché questa colossale differenza tra agosto e dicembre? La prima risposta che mi viene spontaneo darmi è di natura medica. Ti hanno diagnosticato una malattia rara, Giovanni, e piano piano il tuo midollo osseo sta morendo. Cosa vuol dire questo? Il tuo sangue è sempre più povero di globuli rossi, bianchi e piastrine. Quindi non puoi più fare sforzi fisici, perché affatichi il cuore, in ogni caso vai in affanno e ti manca l'aria; non puoi nemmeno rischiare di prendere una botta o di tagliarti, ne moriresti dissanguato, oppure di emorragia interna; non puoi, infine, correre il minimo rischio di infezione, essendo che le tue difese immunitarie sono praticamente azzerate: niente cibi normali, niente strette di mano, abbracci, baci, niente luoghi pubblici o treni, niente che non sia sterile. Mi viene in mente quella canzone di De André, il malato di cuore: «e ti viene la voglia di uscire e provare cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato». Bella storia. La seconda risposta (preceduta dall'assunzione delle mie dosi quotidiane di antimicotico ed antibiotico) è più articolata. Non credo in Dio, non credo nella provvidenza, non credo nel fato. Sono una persona che non sarebbe del tutto sbagliato descrivere come materialista nel senso originario del termine, come qualcuno, insomma, che non abbia nel trascendente la sua ruota di scorta. Non che sia un facilone, non che sia un uomo di nessuna spiritualità, anzi. Sono solo molto concreto. Se dovessi individuare qualcosa in cui credo, direi che credo fermamente nella causalità, nel legame a volte invisibile tra le cose: quello per cui se vedo fumo immagino fuoco. Quello della logica e della scienza. Plic. Plic. Plic. Sangue altrui gocciola nelle mie vene, sangue che mi tiene vivo e che alimenta il fuoco delle mie domande.
La seconda risposta è che sono i numeri, i maledetti numeri, a rendere le cose così difficili a me ed ai miei compagni di sventura. Oggi, corridoio, voci: «sono finite le piastrine.» «ma il signor Natalino ne ha assoluto bisogno, e adesso!» «vediamo se ce ne danno da Schio, intanto bisogna aspettare.»
E tu, Giovanni, hai la speranza di trovare del midollo osseo compatibile. Ahi ahi ahi. Mediamente le probabilità di trovare un donatore compatibile sono uno a centomila, lo sai. Poi come se non bastasse hai voluto fare l'anticonformista ed hai un HLA, il tuo “codice di compatibilità”, molto raro. Quanto? Raro, come quantificarlo. Nel letto accanto al tuo un ragazzo di diciannove anni trattiene le lacrime mentre l'ennesimo esame richiede il suo tributo, la sua libbra di dolore. Si, ma quanto dolore ci vuole per farne una libbra? Eh...
Parlavamo di numeri: sarò schietto, dicendo che non ci sono abbastanza persone, tra “voi”, disposte a dare un po' di loro per tenere in vita “noi”. Ci sono una serie di elementi autenticamente pazzeschi, in questa storia, cose che autenticamente siamo tutti portati a considerare devianti: Per iniziare, è pazzesco fare, a ventidue anni, i conti con la morte. Ma basta fare un giro in pediatria per vedere di peggio. Poi, questa cosa della statistica è una di quelle che in assoluto mi indispongono di più. Mi infastidisce quasi più del cocktail di farmaci che ogni sera quasi mi soffoca, costringendomi a dosi massicce di cortisone. Insomma, per farla breve, se centomila di “voi” si iscrivessero al registro donatori dopo un esame del sangue, probabilmente tra essi troverei una persona compatibile con me. E se quegli stessi centomila donassero anche una sacchetta di sangue, nessuno di noi dovrebbe più sperare negli avanzi di Schio. Questi i numeri su cui mi arrovello, mentre guardo le gocce che piano piano strisciano nel mio sistema circolatorio.
Poi, stanco, Giovanni, decidi di alzarti e di fare due passi in corridoio. Quanti come te incontri? Quante teste con i capelli radi o scomparsi, quante gote scavate, quanti occhi affossati? Centomila per ognuno di loro. Lo sai, anche tu, prima della malattia non avevi considerato la cosa se non in termini remoti. T'eri deciso solo, ironia della sorte, poco prima della diagnosi, ed il tuo appuntamento lo ha usato tua sorella. Quanti come te, Giovanni, muoiono ogni giorno semplicemente perché il loro centomillesimo, il loro uomo-medicina, non sa di esserlo? Fa impressione. Ti ricordi che hai fatto quando ti hanno fatto l'esame del midollo osseo? «Niente anestesia, voglio sentire quanto male fa, quale sia il prezzo in dolore della vita di un leucemico, di un talassemico, di un aplasico, ...» E hai concluso che non era nemmeno troppo salato, specie considerando che chi dona in genere ha l'anestesia epidurale se non generale, e che in una settimana il suo corpo rigenera tutto il midollo donato. A te va anche relativamente bene, rispetto ad altri qui dentro: dei tuoi due milioni di staminali emopoietiche, le cellule che producono il sangue, ne hai ancora un 10%. Non puoi guarire, senza trapianto, ma puoi sperare di rimetterti, e se ti rimetterai avrai ancora una decina di anni prima che le tue cellule residue muoiano o impazziscano, iniziando a riversarti spazzatura nel sangue. Altri numeri. Eh, ma in dieci anni salterà fuori il tuo uomo-medicina. Forse.
C'è qualcosa di molto amaro e di molto dolce in questo forse, che è il capestro, la spada di Damocle sulle teste di così tanti di noi. C'è che i nostri figli, il nostro lavoro, la nostra casa al mare, la nostra compagna o il nostro compagno, le nostre passioni, il nostro futuro sono nel corpo di qualcuno che magari non sa nemmeno quale dono, quale potere abbia. Ho realizzato, guardando il gocciolio della mia flebo, che quantità di persone muoia per una ragione evitabilissima come il semplice non sapere. E quindi ho deciso di prendere il coraggio a due mani, e di dare testimonianza. Di fare una delle poche cose che mi riescono quasi bene, scrivere, e rendere noto a quanti possibile quanto sia facile salvare la vita a qualcuno. Ora, senso comune vorrebbe che io fossi affabile e remissivo e tenero e molto grato, parlando della gentilezza e della bontà di chi si dà agli altri in questo senso così letterale. Già detto. Voglio dire dell'altro, nel mio congedarmi, e non voglio smentire il mio carattere brusco e l'estremismo morale che mi hanno contraddistinto fino ad ora: se sai cosa puoi fare, se sai delle vite che puoi salvare, se sei nella condizione di farlo e decidi che non fa per te... Beh, gentile sorellina, simpatico fratellino, sentiti la coscienza un po' sporca. Sentiti un po' vigliacco. Hai in mano un salvagente che non hai voluto lanciare all'uomo a mare. Nessun rancore, sia chiaro, ma la prossima volta che senti della tal persona morta della tal malattia, abbi un po' di rimorso. Così magari sarà il tarlo, la decisione da cittadino responsabile, da persona capace di rendersi conto dell'altro, del suo bisogno, del suo poter aiutare, a farti fare il passo decisivo e prendere il coraggio a due mani per fare la cosa giusta, la cosa migliore. E spero caldamente che non sia per Giovanni, per il tuo amico, per tua moglie, per il conoscente, per la persona nota. Spero che tu prenda la strada più bella, spero che tu ti dia per amore di un perfetto sconosciuto, amore dovuto ad un altro essere umano anche solo per essere tale. Probabilmente, Giovanni, ti hanno trovato sconveniente, spiacevole, esagerato. So che non te la prenderai. So che considererai la possibilità, e spererai comunque di aver fatto la cosa giusta, decidendo di puntare contro corrente una volta ancora, di decidere di toccare l'orgoglio, l'onore, l'amor proprio delle persone invece del solito pietismo. Sia mai, visti i tempi, che possa funzionare. Ma salutali ed abbi riguardo di loro, e ringraziali comunque, Giovanni: magari non lo sanno, ma sono sicuramente tutti uomini-medicina. E sia mai che...
Dhammapada, 1, 6: «Molti non vogliono sapere che siamo tutti destinati a morire. Ma nel momento in cui te ne rendi conto, tante discussioni diventano inutili.»

Siate consapevoli, per favore.


Giovanni.

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30 nov 2009

Buon lavoro!

A Carmelo Scalfari e Roberto Cenghiaro, appena eletti Presidente e Capo Scout del triennio prossimo, i migliori auguri di buon lavoro.
Con tutto il cuore! Il mio compito nel ruolo è finito: resta il mio esser scout al servizio del prossimo. Continuerò in questo, per lasciare il mondo - dal mio punto di vista- un po' meglio di come l'ho trovato.
Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato finora e anche a quelli che non lo hanno fatto: ciascuno, a modo suo, ha contribuito a condurmi fin qui.
Sergio Fiorenza
Sergio
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25 nov 2009

Esiste la Mafia?

Il commento di  Roberto e Carmelo alla mia affermazione:

Da uomo del sud, respingo metodi mafiosi di gestione della democrazia: manca questa domanda nella lista qui sotto, ma ,ancora una volta, sono domande alla luce del sole.

 

Carmelo:

 

Caro Sergio,

vedo che la voglia di fare domande non ti si è placata; d’altronde questa è la tipica curiosità dell’esploratore. Ma non leggo una domanda quanto piuttosto una affermazione da condividere e da ampliare oltre da uomo del sud anche da uomo libero. La mafia non gestisce la democrazia ma la controlla gestendo il potere. Essa si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, oltre che per commettere delitti (estorsioni, traffico di stupefacenti etc…), per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri o per impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. La circostanza che l’associazione sia armata non rappresenta un prerequisito ma solamente un aggravante. Non è necessario aver un arma per compiere una intimidazione di tipo mafioso è sufficiente la forza intimidatrice del gruppo (se mi voti anche se non possiedi i requisiti ti sarà assegnata la concessione, se non mi voti anche se è tuo diritto averla non ti sarà mai rilasciata). In una recensione a “Fratelli di sangue” (Nicola Gratteri e Antonio Nicaso – Mondatori) ho letto “la lotta contro la mafia è un terreno essenziale per l'educazione alla legalità” io direi che l’educazione alla legalità è un elemento essenziale per la lotta contro la mafia.

Carmelo Scalfari

 

Roberto:

Caro Sergio,
difficile formulare la domanda, che possa scaturire la risposta che chiedi...Perch?? Prima di tutto non sono del sud, ma come uomo con la "U" maiuscola, che non vive nel vuoto cosmico, ma influenzato da quello che mi accade attorno, sia che io sia del nord, del centro o del sud... per la mia formazione, per la mia educazione, per il mio modo di essere respingo con forza qualsiasi metodo mafioso di gestire la democrazia; semplicemente non sarebbe democrazia, ma abuso, sopruso, sopraffazione etc etc. Il tutto sarebbe in netto contrasto con i valori scout ben radicati nella mia scelta di vita che inevitabilmente influenza il mio quotidiano a 360?, se cos? non fosse il tutto perderebbe senso alla luce della legge, del diritto, della giustizia e della libert? degli indivudui di esercitare i propri diritti..
--
Roberto Cenghiaro

 

 

22 nov 2009

INTERVISTA CONGIUNTA A ROBERTO E CARMELO

Grazie per i chiarimenti. Mi dispiace se ho dato modo di interpretare diversamente il mio punto di vista: la mia intenzione è stata solo di voler essere leale e chiaro con tutti e giocare a carte scoperte, assumendo in pieno le mie responsabilità e cercando di vivere alla luce del sole. Mi piace l’idea che, da CS, posso ancora pensare a due persone che darebbero una certa continuità al futuro con la mia esperienza e l’apporto compiuto in questi tre anni. No agli inciuci, no all’anonimato, no al voler parlare alle spalle: sono qui, pronto a parlare con tutti e ad esprimere le mie idee liberamente, così come libero è ciascun iscritto del CNGEI. rispetto il dissenso, a patto che abbia la dignità di saper dichiarare la provenienza. Da uomo del sud, respingo metodi mafiosi di gestione della democrazia: manca questa domanda nella lista qui sotto, ma ,ancora una volta, sono domande alla luce del sole.

Belle risposte:  leggete un po’ qui…….

 

 

roberto

carmelo

Perché ti sei candidato?

 

- per mettermi al servizio del CNGEI

 

- perché porsi al servizio degli altri ti rende uomo libero

 

Cosa ami più del CNGEI?

 

- il CNGEI stesso, il fatto di esserci ancora, senza ma e senza se…

 

- l’amore non conosce mezze misure; o ami tutto o non ami

 

Cosa di meno?

 

- frequentarlo troppo fa si che a volte ci prendiamo troppo sul serio.

 

- l’amore non ha un sistema di misura è un sentimento avvolgente e coinvolgente

 

Tre cose che ti aspetti dagli altri se verrai eletto?

 

- lealtà nel confrontarsi, serenità, rispetto delle regole

 

- collaborazione, visione globale, condivisione

 

Quali sono, per te, le emergenze giovanili in Italia a cui il CNGEI può provare a rispondere?

 

- pensare che tutto sia dovuto, avere dei punti di riferimento degni di essere chiamati tali, riconoscersi in principi e regole sociali che permettano a tutti di vivere degnamente e rispettosamente. Crescere come uomini e donne in contesti civili trovando la possibilità di esprimersi ed essere ascoltati.

 

- la convivenza civile passa per l’educazione al rispetto delle regole e dalla consapevolezza che la nostra libertà non è infinita ma trova il proprio limite nella libertà altrui; riuscire a diffondere ed a far comprendere questo concetto forse non sarà determinante ma è certamente un buon inizio

 

Quali sono per te le emergenze della società a cui il CNGEI può provare a rispondere?

 

-          essere inseriti in una società civile rispettosa delle differenze.

-          dare vita a rapporti duraturi, leali e sinceri.

-          Educare i cittadini di domani con regole rivolte al positivo

 

- l’effimero, la prevalenza dell’apparire sull’essere, la subcultura del guadagno facile, l’arroganza del più forte sono figlie di una diseducazione alla legalità prodotta da cattivi maestri che noi conosciamo come cucù e ciarlatani ed abbiamo anche la ricetta per conoscere ed evitarli

 

Criticano il tuo passato per…

 

- mi rimproverano di essere incostante

 

- ignoranza

 

Si sbagliano? Se si perché, se no, perché?

 

- può sembrare di esserlo stato, ci sono state delle circostanze personali che lo fanno pensare. Di recente mi hanno paragonato ad un “torrente carsico” ogni tanto scompare, però risulta essere limpido ed allegro.

 

- la calunnia è un venticello … (http://www.fioredargento.com/2uominieunagatta/v2/exstras/calunnia.htm)

 

Criticano il tuo futuro per…

 

- timore che possa essere nuovamente incostante

 

- ignoranza

 

Riesci ad essere coerente con la Promessa Scout e la Legge Scout?

 

- si, e mi sforzo anche quando si corre il rischio di venir meno per incomprensione od altro, inoltre, sono coerente con me stesso.

 

- non potrei guardare negli occhi mia figlia se non lo fossi

 

Quale articolo è più difficile da rispettare?

 

- l’esploratore è puro nei pensieri, corretto nelle parole…. Spesso si deve far ricorso a moltissssimo buon senso e molta tolleranza

 

- l’esploratore è sempre sereno, anche nelle difficoltà; come diceva il grande Totò “ogni limite ha una pazienza!”

 

Il libro più bello che hai letto? Perché?

 

- difficile scegliere, ma poco tempo fa un collega mi ha consigliato “Un pugno di Cenere”, romanzo con intrecci e mystery

 

- questa è impossibile non ricordo libri brutti. Se va bene l’ultimo “il campo del vasaio” (Camilleri)

 

E la canzone più bella? Perché?

 

- Mi viene in mente una del passato, legata a momenti belli e fantastici della mia infanzia: History… semplice, fantastica, fiabesca etc etc…Poi ce né stanno tante tante altre…

 

- Imagine; è proprio necessario che te lo spieghi

 

L’ultima volta che hai pianto

 

- mi capita alla sera, se penso di non essere riuscito a fare qualcosa che le persone intorno a me possono apprezzare, l’ultima volta, la scorsa settimana, per un motivo personale.

 

- qualche giorno fa al cimitero sulla tomba di mio padre

 

cos’è la felicità?

 

- Felicità? Direi meglio tendere alla felicità, si può arrivarci quando gli altri ci arrivano e quindi provi un senso di soddisfazione ed un appagamento personale e condiviso, di conseguenza raggiungi la tua felicità. Poi bisogna continuare ad alimentarla…e così via…

 

- un Amico mi suggerisce “Una volta che tu sia giunto ad una posizione che ti permetta di rendere servizio agli altri, sei al gradino più alto della scala che porta al vero successo... cioè la Felicità”

 

Qual è il tuo pensiero bello che ti dà forza nei momenti bui?

 

- i miei affetti, la mia mamma…che la situazione buia, sicuramente passa.

 

- la consapevolezza che esiste una persona che dipende unicamente da te

 

Che lavoro fai?

 

- Responsabile commerciale Est Europa

 

- l’avvocato

 

Quando la sera vai a letto, quale bilancio fai della giornata tra il tuo essere scout nella quotidianità e il tuo lavoro, la tua famiglia, gli amici?

 

- dormo molto e tranquillamente, mi piace dormireeee. Il bilancio della mia vita è positivo.

 

- mi addormento serenamente e se riesco dormo pure otto ore

 

Come pensi di riuscire a conciliare il tuo lavoro, i tuoi affetti ed il ruolo per cui ti sei candidato?

 

- non sono il primo a ricoprire questo ruolo, molti prima di me ci sono riusciti, io farò del “Mio meglio” per essere all’altezza del ruolo, con la consapevolezza e convinzione di volerlo far bene per il CNGEI, inoltre non sono solo, confido nell’aiuto delle persone che mi circondano che hanno a cuore il bene del CNGEI stesso.

 

- confidando sul fatto che sono circondato da persone con i quali condivido gli stessi ideali

 

Dimmi 3 idee che realizzerai nei primi cento giorni.

 

- definire la traccia di lavoro per il prossimo triennio all’interno del tavolo educativo, stabilendo: attori, obiettivi e modi di lavoro

- rilanciare alcuni gruppi di lavoro utili all’associazione per raggiungere gli scopi dello scautismo e gli obiettivi votati dall’assemblea all’interno del programma associativo e di P e CS.

- delineare i rapporti all’interno della FIS

 

- i primi cento giorni saranno quasi interamente assorbiti dal supportare il Capo Scout nel far ripartire la macchina educativa secondo la sua visione strategica; e poi c’è da vendere Colle Alto che non è proprio una passeggiata di salute

 

Dimmi 3 motivi per cui devono votare te.

 

- caspita non né trovo nemmeno uno, scherzo, credo di poter fare qualcosa di positivo per il GEI, sono della Branca L, mi piacciono i cartoni animati

 

- perché sono bello, diversamente alto e abbronzato

 

Come pensi di tenere unito e rafforzare gli iscritti del CNGEI?

 

- ascoltando le persone ed incontrando le sezioni, sostenendo e supportando idee e progetti che servano a crescere qualitativamente e quantitativamente il GEI, incrementare il dialogo e condividere le scelte che impegneranno l’associazione in futuro. Sforzandomi di ridurre i conflitti per presa di posizione…cioè: “a prescindere”

 

- individuiamo ciò che ci unisce, rafforziamo il nostro vincolo e troviamo soluzioni condivise su ciò che ci divide

 

Se non dovessi essere eletto, cosa farai?

 

- il Commissario di Sez., e mi metto a disposizione.

 

- Vedi il peggio, ma guarda il meglio

 

Quale personaggio del passato del CNGEI vorresti conoscere?

 

- mi imbarazza dirlo, ma vorrei conoscere BP. “troppo esagerato???”

 

- Sergio Fiorenza

 

Cosa gli/le domanderesti?

 

- sai: “se lo scautismo è un gioco” perché Noi adulti (ed in particolare, per noi del GEI) ci prendiamo sempre troppo sul serio????

 

- ma quando eri Capo Scout com’era l’Associazione?

 

Il sogno da realizzare per la tua vita:

 

- la vita è degna di essere vissuta, essere felice ed orgoglioso di quello che ho fatto, faccio e farò, vivere ogni momento con intensità senza buttarlo via, per non sprecare nemmeno un momento, in questo caso avrò realizzato il mio sogno… J e sarò FELICE.

 

- lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’ho trovato essendo convinto che il mondo non l’abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri ma ci è stato dato in prestito dai nostri figli

 

 

19 nov 2009

Da parte di roberto cenghiaro

 

Caro Sergio,

ho riflettuto un pochino prima di risponderti, e come dice qualcuno nel GEI non è sufficiente contare fino a 10, non basta nemmeno fino a 100….ma andando oltre si è arrivati almeno a 1.000; a parte tutto, TI RINGRAZIO sicuramente da parte mia, e credo anche da parte di Carmelo; quando dichiari di darci il tuo sostegno ed il tuo supporto nell’affrontare, questa non facile avventura.

Ti rivolgo un secondo ringraziamento, per ospitarmi nel tuo blog ed in facebook per poter esprimere e ribadire alcuni concetti fondamentali della mia candidatura assieme a Carmelo  (io non posseggo un mio blog e non è mia intenzione fare politica associativa CNGEI via Web, ma preferisco incontrare le persone e parlarci, se ci sono dubbi o interpretazioni sbagliate di un mio pensiero o idea è meglio non cercare di interpretarmi, contattarmi direttamente è sicuramente la forma migliore per chiarirsi).

Altro punto è la stima che nutro nei tuoi confronti e la tua capacità di generare idee, progetti ed azioni, che legati alla tua terra di provenienza, fanno si che la tua impetuosità napoletana, ti abbiano fatto scrivere rapidamente, dei concetti sulla continuità, che io e Carmelo rappresentiamo con il mandato della dirigenza uscente; mi preme così evidenziare alcuni concetti….

1°) Se per continuità, intendiamo l’amore verso il CNGEI, l’entusiasmo di perseguire gli obiettivi dello Scautismo, la determinazione nel raggiungere delle mete comuni e condivise per far crescere questa Associazione di Scautismo Laico sia qualitativamente che quantitativamente, il desiderio di far vivere ai giovani il grande gioco dello Scautismo….allora, come si suol dire, sfondi una porta aperta. SI prendiamo questa continuità.

INVECE, su altre continuità, dobbiamo analizzare bene la situazione, dobbiamo Verificare e Valutare l’impatto in associazione, come detto nel programma di candidatura, ridare le priorità adeguate per essere una Associazione coesa nell’affrontare il futuro, nel rispetto dei principi comuni che abbiamo, senza paura di cambiare strada, o rimettere alcune tematiche in discussione, e se funzionale, cambiarle.

2°) Ti ringrazio della franchezza manifestata nella gestione di difficili criticità relazionali all’interno del GEI.

In questo ultimo periodo, devo riconoscere, che abbiamo avuto modo di parlarci molto, siamo stati abbastanza vicini per confrontarci e Valutare una serie di contesti ed ambiti Associativi, da questo a dichiarare chissà che cose strane, né passa di acqua sotto i ponti.

3°) Ti confesso e riconfermo, come ci siamo detti sia di persona che al telefono (negli ultimi 2 mesi e mezzo circa), che il mettermi al Servizio del GEI per i prossimi tre anni, (potrei tranquillamente dire metterci, io che scrivo e Carmelo), può sembrare da “pazzi”, ma è stata una scelta difficile, non per l’entusiasmo ed il fuoco che alimenta la nostra passione scout, ma perché vuol dire impegnare tre anni della nostra vita allo scautismo senza SE e senza MA….detto questo, come finisco nel programma di candidatura, giochiamo questo grande gioco fino in fondo. “La mente non è un vaso da riempire, ma un legno da far ardere, perché si infuochi il gusto della ricerca e l’amore della verità…(Plutarco)”

3°) Aggiungo solo un auspicio ed un desiderio per tutti Noi del CNGEI (non al GEI in quanto Associazione, ma a tutti Noi soci del CNGEI), vivere con semplicità questo nostro essere scout, senza speculare dietro a parole, idee e pensieri, immaginando disegni astrali e chissà a quali progetti di dubbia portata. Sono e sarò a continua disposizione nell’ascoltare tutti, e farò del mio meglio per prendere di volta in volta la scelta giusta, senza preconcetti e rimettendomi in discussione se necessario, ed una volta fatto questo percorso, seguirlo con determinazione… CNGEI!!!!! Un sincero buona caccia…



Roberto Cenghiaro

7 nov 2009

Chiesi a questi due pazzi di candidarsi per il triennio 2009-2012

E mi hanno ascoltato! Sono proprio felice di queste due candidaure!
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18 set 2009

Assemblea nazionale straordinaria 09

Qualche giorno fa si è conclusa l'ANS, da tutti più o meno chiamata Assemblea Programmatica.
Cosa mi porto a casa? 2 risultati importanti: 1)il Cngei ha chiaramente manifestato la sua volontà di volta in volta su argomenti importanti e critici in maniera coerente e non ondivaga (stesso risultato in caso di ripetizione di votazione), chiarendo che si vuol decidere sfruttando l'organo preposto a vincolare il futuro (l'Assemblea Nazionale); 2) per la prima volta è stata dedicata passione, dedizione e interesse per decidere sul programma nazionale.
É vero che l'inversione dell'odg per dare spazio al dibattito su colle alto ha spostato l'attenzione sulle parti amministrative rispetto alle parti programmatiche (la convocazione era stata effettuata proprio per parlare di programmi, ma la storia di colle alto si trascinava e non mi sento di criticare lo sopstamento), ma è anche vero che i 2/3 dei delegati hanno continuato a discutere e decidere votando, su argomenti di indirizzo programmatico.
Sento in giro che il Cngei è spaccato e ha dato una cattiva immagine di sè; che la situazione non è bella perchè ci sono contrapposizioni. NON CONCORDO con questa visione. La democrazia è fatta di dibattito, di confronto di posizioni diverse, di mediazioni e votazioni. Dopo la votazione, il risultato detta la decisione. E tutti, se hanno senso di appartenenza, devono adeguarsi, come si fa in una famiglia con dei Valori. Ecco, noi siamo qui: sta a noi sentirci spaccati o uniti, vincenti o perdenti. Io mi sento orgoglioso per il processo decisionale innescato e vissuto (spero non si tornerà più indietro), al di là dei desideri miei personali:mi adeguo e mi inchino alle decisioni assembleari, contento di aver vissuto un'assemblea specchio di un'associazione effervescente che vuole parlare e decidere in proprio. Altre 1000 volte capiterà di dover scegliere, decidere e votare: non sarà perchè ci spacchiamo, ma solo perchè decideremo dove andare, tutti insieme nel momento della votazione e, coerentemente, nella direzione scelta tutti insieme. Questa è maturità associativa.
Mi sento di un'unica associazione, unita nella sua diversità, che aderisce ai Valori simboleggiati dal foulard che portiamo al collo. Rifiuto e combatterò, nei limiti dei poteri statutari e regolamentari ma utilizzandoli fino in fondo, chi vede e trova MALAFEDE in ciò che abbiamo fatto o che facciamo: ne va della dignità di ciascun appartenente al cngei, in virtù della sua Promessa effettuata.
...Agire con disinteresse e lealtà e osservare la legge scout (promessa scout); La parola dell'esploratore è sacra; l'esploratore è amico di tutti e fratello di ogni altro esploratore (legge scout).
VIVA il CNGEI!
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14 set 2009

COMPLEANNO

Lo scorso anno lanciammo una sfida: come regalo per il mio compleanno, raccogliemmo soldi per destinarli in progetti in Africa.

Abbiamo impiegato un bel po’ di tempo per scegliere quelli giusti, quelli che ci garantivano di più, prendere i contatti giusti, gestirli e concretizzarli.

 

I due progetti identificati sono: un progetto in Senegal, per la gestione di un piano di vaccinazioni destinato alla popolazione giovanile senegalese gestito dagli scouts; un progetto in Kenia, dove le guide keniote si impegnano a recuperare donne disadattate, maltrattate, fuori dai canoni della gerarchia sociale e reintrodurle nella società, insegnando loro un mestiere per l’autosostentamento.

 

Tutti insieme, abbiamo migliorato il mondo.

 

Grazie a chi ha partecipato.

 

Un abbraccio

sergio

 

 

 

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24 ago 2009

INCONTRO CON GLI SCOUT MUSULMANI ITALIANI

Siamo riusciti finalmente a stabilire il contatto con gli scout musulmani italiani.

Il 22 agosto, alla chiusura del Campo Scuola a Villa Buri, luogo simbolico a Verona, di integrazione ed accoglienza.

 

E’ una realtà nascente l’ASMI, aperta al dialogo, che pone belle speranze di integrazione e ci fa porre un sacco di domande a noi del CNGEI e a noi, scout Italiani.

 

Il CNGEI offre la disponibilità a supportare formazione e sviluppo se l’ASMI ha interesse a creare una struttura libera, aperta, capace di accogliere tutti, di qualunque Credo, estrazione sociale, culturale partendo dalla propria identità islamica: in tal caso, si può studiare un cammino comune tra le due realtà associative e possiamo pensare ad una condivisione di un futuro da trovare insieme, sia per le attività da condurre per i ragazzi, che per la formazione per i capi e gli adulti, che per la rappresentanza internazionale.

Se invece il percorso di cui c’è necessità è quella di un’Associazione Musulmana con una proposta confessionale, possiamo offrire il nostro aiuto nel gestire i contatti in un percorso identificativo di un’associazione più consona alla esigenza.

 

Per ora, il ponte è stato creato.

Sono proprio contento: per noi del CNGEI, per tutti i giovani che vivono in Italia.

 

 

 

 

14 ago 2009

Una gratificazione che vale tanti anni di impegno!

Roverway 2009 in Islanda – L’esperienza della compagnia “Vagabondi del Nord” del CNGEI

DISTRUGGI OGNI TUA CERTEZZA E POI OPEN UP!

 

Immaginate un giorno di trovarvi in un paese lontano, talmente estraneo alla quotidianità che spesso nessuno lo considera, che quando si pensa all’Europa spesso viene dimenticato. Non solo, ci siete con 8 semi-sconosciuti provenienti da ogni parte d’Italia, senza nessuno della vostra città, e persino il vostro nome potrebbe diventare un altro. E che il 21 di luglio in questo posto può venire il gelo, il gelo nel senso che la vostra tenda si ricopre di ghiaccio. E che anche se di media sono 15 gradi, anche se è sempre il 21 luglio, dalla terra gelata può affiorare acqua alla temperatura di 120°C. E che all’1 di notte è ancora pieno giorno, dopo un po’ il sole scende sull’orizzonte, non diventa mai completamente buio, e alle 3 ricomincia ad albeggiare. Ah, e non ci sono alberi in questo paese. Al massimo qualche “arbusto alto”. E non c’è inquinamento. E potreste vedere strade dritte che si estendono per chilometri senza che una macchina ci passi per ore ed ore. E potreste mangiare carne di balena, o di squalo, o di simpaticissimi uccelli chiamati pulcinella di mare. Oppure potreste mangiare alghe, o una quantità di cetrioli tale che poi non vorrete più mangiarne x il resto della vita. E il panorama cambia in continuazione, mostrando distese di sabbia scura simili a deserti e prati di un verde mai visto, e vedete cascate, ghiacciai, vulcani, geyser, fiumi, laghi, iceberg, spiagge di sabbia nera, formazioni laviche stranissime. E la gente è entusiasta perché un vulcano di lì a 20 giorni dovrebbe eruttare… E il ghiaccio di un ghiacciaio è tutto nero perché è pieno di polvere lavica. E i panorami sono talmente sensazionali che non vi spiegate più perché in fondo credere ai folletti possa essere tanto stupido, anzi! E dimenticate ciò che vi hanno insegnato a scuola a 6 anni: che c’è la pianura, la collina e poi la montagna. Perché l’ordine è totalmente stravolto, dato che le montagne spuntano in mezzo al piatto nulla come i funghi!

Ma soprattutto immaginate di vivere una delle esperienze più entusiasmanti di tutta la vostra vita,  insieme a 3000 ragazzi della vostra età provenienti da tutta Europa, con cui ballare e cantare a squarciagola, condividere un pasto o la fila per il bagno, scambiare qualunque cosa, cucinare, giocare, fare commenti sul cibo, fare hike in posti mozzafiato,  combattere col sonno, col freddo, coi moscerini e con la fame sempre col sorriso sulle labbra, e nel frattempo tutto ciò che ho elencato prima vi diventerà naturale, e gli 8 semi-sconosciuti insieme a te avranno formato una compagnia affiatatissima!!!!

Bene, se riuscirete almeno un po’ ad immaginare tutto questo, potrete avere un’idea di quello che è stato il mio Roverway  in Islanda, dal 17 al 29 luglio 2009!!

La mia, la nostra esperienza è stata forse ancora più particolare degli altri che hanno partecipato al RW, poiché noi facevamo parte dell’”esperimento”  di mandare, oltre alle compagnie di provenienza, una compagnia di rover a partecipazione singola provenienti da ogni parte d’Italia. Se volete saperlo, l’esperimento è pienamente riuscito!

Tutto è cominciato a Milano, il 17 luglio, quando ci siamo incontrati tutti insieme per la prima volta passando assieme una giornata prima di partire alla volta dell’Islanda. Anche la sfiga ha fatto parte della compagnia fina dal primo momento, ma tralasciando gli allagamenti alle 3 e mezzo di notte, ci siamo subito trovati molto bene! Il giorno dopo siamo partiti col contingente per raggiungere le terre dei ghiacci, abbiamo visitato Reykjavik, visto i puffin (le pulcinelle di mare), girato tra i mercatini delle pulci. Il Roverway vero e proprio è iniziato il 20 luglio con la cerimonia di apertura all’università , subito dopo la quale siamo partiti x il nostro Journey, e 5 giorni dopo siamo arrivati all’Altinghi, il campo fisso all’ Ulfljotsvatn Scout Center nel sud ovest dell’Islanda. Infatti il campo era diviso in parte mobile (JOURNEY) e fissa (ALTHINGI) che rappresentano la tradizione democratica più antica ancora esistente al mondo.

[ALTHINGI è infatti il consiglio degli abitanti dell'Islanda che, fin dall’inizio della colonizzazione dell’isola (X secolo), si svolgeva una volta all’anno durante la stagione estiva durando circa un paio di mesi .

A questo incontro ogni tribù (TRIBE) portava il proprio contributo creando un vero e proprio mercato di scambi e di conoscenze oltre alla risoluzione di eventuali difficoltà. Per partecipare a questo incontro, le tribù si muovevano dai loro villaggi per raggiungere il luogo dell’assemblea affrontando viaggi avventurosi e sfidanti, i JOURNEY. (dal sito Roverway.it )]

Il nostro Journey era  nel parco naturale più grande d’Europa, alle pendici del maggiore ghiacciaio d’Islanda: lo Skaftafell National Park. Sono stati giorni di grandi camminate, di attività di servizio, di fuochi internazionali, di grandi amicizie col resto della tribe, di piscina calda, di ghiacciai e cascate e anche di pioggia, vento e freddo, ma i rover del CNGEI hanno sempre affrontato tutto col sorriso sulle labbra e gli strumenti musicali in mano!

Al termine di questi fantastici giorni siamo finalmente arrivati al campo fisso, ritrovando facce conosciute, magari un po’ più stanche e abbronzate, soprattutto con una felicità nuova negli occhi e tanta voglia di raccontare il proprio Journey.

Al campo fisso le attività ruotavano attorno ai villaggi, in ognuno dei quali si trascorreva mezza giornata: l’Arty Party village, per l’arte e le attività manuali; il viking village, con attività sulle antiche tradizioni nordiche (lavorazione di legno, ferro, lana cotta, pietra, e salmone affumicato e capretto allo spiedo); il Psst village, sui temi sociali e scientifici (discriminazione, prevenzione dell’Aids, sicurezza in auto, esperimenti scientifici, l’esperienza di provare ad essere ciechi per qualche minuto…)  l’Environment village, sull’ambiente, la sostenibilità e il riciclaggio;  lo sport village, dove poter praticare di tutto grazie alle strutture del campo e il vicino lago.

Il 26 Luglio c’è stato l’International Carnival in cui ogni nazione con il proprio stand mostrava al mondo un po’ della propria cultura e delle proprie tradizioni attraverso giochi, assaggi, attività, balli. Nonostante un po’ di pioggia, gli Italiani col loro gigantesco padiglione hanno degnamente mostrato all’Europa le nostre tradizioni, e anche il presidente Islandese Olafur Ragnar Grimsson, venuto a visitare il Roverway, ha mangiato la pizza!

Il campo offriva poi la possibilità di svolgere hike a piedi e in bicicletta nei dintorni del centro, anche noi abbiamo colto l’occasione, affrontando un percorso in bici davvero duro, non tanto per le asperità del terreno quanto per il vento talmente forte che era persino difficile tenersi in equilibrio sulla bicicletta…ma anche questa è stata una bellissima esperienza!

E fra le attività, i fuochi serali, la disco notturna, le serate alla sala da tè Ceca, i pediluvi nel lago, le nuove conoscenze, gli scambi di distintivi e maglie, le visite a casa Italia elemosinando caffè, il 28 luglio è arrivato in un baleno…la mattina, sotto una leggera pioggia e il solito freddo islandese, e sempre in compagnia degli amati moscerini del lago, il Roverway 2009 è giunto al termine, con un sorriso, una canzone e un arrivederci al 2012…

Ma le sorprese non erano finite: difatti nel pomeriggio, smontate le tende, ci aspettava, di contingente, la verifica finale e una gita in piscina, ai geyser e a vedere Gullfoss, la cascata più grande d’Islanda, terminando il tutto con una cena tipica in un ristorante (che dopo dieci di sandwich e di cetrioli acolazionepranzoecena, ci è sembrata il paradiso).

L’ultima notte è passata così, in bianco, in compagnia degli amici del resto del mondo e della solita luce che non ti abbandona mai se non per poche ore,  poi gli ultimi saluti. Ci aspettava ancora una giornata di viaggio, fra scali per le capitali europee e dormite più e meno comode sugli aerei. A Milano anche la compagnia si è salutata. Gli ultimi abbracci, un arrivederci al più presto possibile. Si torna a casa…

Il ritorno è stato terribile. Non solo per lo sbalzo di temperatura, e per le notti troppo buie.

Non vedevo un albero da dieci giorni. Uno alto, dico. Può sembrare una cosa stupida, ma è strano non vedere più gli alberi.

I primi li ho visti dall’aereo al rientro a Milano. Alcuni in boschetti selvaggi e spontanei. Altri, invece, piantati in ordine perfetto a distanza regolare l’uno dall’altro. Mi sono sembrati finti, e la cosa mi ha disgustato.

L’Islanda, invece, non è finta, anche se potrebbe sembrarlo agli occhi di chi è abituato ai paesaggi urbani. Sembra finta perché è troppo bella. Non posso descrivere la sensazione provata alla vista di ogni ghiacciaio, cascata, vulcano, geyser, fiume, iceberg, spiaggia sull’oceano, lago visto: ogni parola sarebbe banale.

Posso solo dire che ogni volta mi sono saliti i brividi fin sopra i capelli e mi sentivo sovreccitata, come quando, scesa dall’aereo, continuavo a dire a tutti “Ti rendi conto?!Siamo in Islanda!!! SIAMO IN ISLANDAAAA!!!”

Il pensiero, una volta a casa, torna continuamente lì: a quel cielo d’Islanda che è di un colore incredibile, agli amici, alle risate, alle canzoni, alle mille avventure…la nostalgia è grande, e altrettanto grande è la gioia di aver vissuto questi momenti e di essersi sentiti, ancora una volta, parte attiva della grande famiglia dello Scoutismo.

Ringrazio chi ha vissuto l’esperienza con me, ovvero la mitica compagnia Vagabondi del nord: il nostro CC Nicolò (Roma) e gli altri compagnoni:Vittorio(Napoli) Andrea  (Messina) Elisa e Vittorio (Reggio Emilia), Marco (Arco), Emiliano (Milano), Edoardo (Gassino Torinese); tutto il contingente Italiano e il suo staff, in particolare Mario e Benjo e la compagnia Sette Più di Cagliari per aver condiviso con noi tante esperienze.

 Ah, e ovviamente come dimenticare coloro che alla radice mi hanno permesso di vivere l’esperienza, e che mi sono rimasti sempre nel cuore: la compa Stella del Cammino di Benevento! 

A tutti voi un grande saluto e un grandissimo Takk!

 

Irene Scocca - Castoro Guerriero

Compagnia Vagabondi del Nord / Compagnia Stella del Cammino Benevento 1

 

 

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ptg leone 1982 sez. Portici

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