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26 lug 2009

Coppito ed altro

Carissime sorelle e fratelli nel Guidismo e nello Scautismo,

intervenire spesso fa perdere il filo e la profondità dei discorsi che si compiono. Infrango questa regola che ho cercato di portare avanti in questi ultimi mesi perché ritengo urgente far rientrare nei solchi del pensare positivo il nostro pensiero e la nostra condotta.

 

IL CNGEI HA FATTO UN OPERA EGREGIA FINORA.

 

E dobbiamo esserne tutti fieri.

 

Sono 111 giorni, 2660 ore più o meno, che siamo sul pezzo.

 

Mi permetto di dire NOI perché ciascuno ha fatto la sua parte.

 

E non è elegante né di Esempio fare la lista di chi lavora di più e chi lavora di meno, chi ha lavorato come e perché ha lavorato.

Ciascuno di noi e’ un Volontario e da il meglio di se’, come dice la Promessa Scout: PROMETTO SUL MIO ONORE, DI FARE DEL MIO MEGLIO…

 

Siamo tutti sulla stessa barca e non esistono distinguo tra i diversi ruoli, ma tutti dobbiamo rispettarli: finora mi sono sempre impegnato a rispettarli e quando non ci sono riuscito, ho chiesto scusa.

 

Con la stessa forza, con la stessa dignità, con la stessa intenzione, CHIEDO SCUSA A TUTTI QUELLI che si sono donati al 200% per Coppito, per gli Aquilani, per gli Abruzzesi, per tutti coloro che sono stati colpiti da questo terremoto e che si sono sentiti OFFESI dai ritardi, dalla burocrazia, dalle difficoltà, dalle incomprensioni, dalle incongruenze.

 

Chiedo Scusa dal profondo perché sono il Capo Scout ed il Capo di tutti gli iscritti. Chiedo scusa perché altri non si sono sentiti abbastanza coinvolti, perché non siamo riusciti a dare il 200% e forse neanche il 100%. Chiedo scusa a nome del CNGEI.

 

E chiedo scusa anche a tutti coloro che si sentono colpiti da queste grida, mie o di chi è sul campo, incapaci di vedere gli sforzi che ciascuno compie e che hanno contribuito a realizzare questi 111 giorni di STRAORDINARIO intervento di Protezione Civile.

 

ABBIATE PAZIENZA.

TUTTI, ABBIATE UN PO’ PIU’ DI PAZIENZA.

SE POTETE.

 

Siamo un popolo di Volontari che fanno altro nella vita. E ciascuno di noi fa una serie di valutazioni per scegliere il modo migliore per Servire. Ed ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, e non con quella di altri.

Chiedo che nessuno si ponga giudice di altri, se non in sede democratica (in Assemblea): solo lì siamo chiamati ad approvare o meno i risultati raggiunti ed i progetti da produrre.

Chiedo a tutti uno sforzo sovrumano: guardiamo la bottiglia mezza piena. Impariamo, se possibile, ad evitare di dire “PERCHE’ NON HAI FATTO….” Ed impariamo piuttosto  a dire “BELLO, CHE BELLA COSA HAI FATTO…CHE NE PENSI SE FACCIAMO ANCHE…?”. Impariamo a dire “SE POSSO TI AIUTO, SO CHE HAI FATTO GIA’ L’IMPOSSIBILE, COSA POSSIAMO FARE DI PIU’?”.

E’ ciò che cerchiamo di trasmettere ai nostri giovani: non lo insegniamo, ma lo trasmettiamo attraverso l’Esempio.

E l’Esempio è fatto di allenamento.

 

IO VI RINGRAZIO TUTTI.

Tutti coloro che sono andati a Coppito, che sono rimasti una, due, tre, quattro settimane; quelli che non sono andati ma che hanno dato più delle 24 ore al giorno per far si’ che i progetti per Coppito avessero gambe e soldi, propulsione e indirizzo; ringrazio coloro che hanno pensato di partire con tutto il cuore ma  impediti dagli ostacoli della vita (lavoro, famiglia, finanze, ecc) e che hanno vissuto ciò con frustrazione silenziosa; ringrazio coloro che hanno scelto comunque di prestare servizio al campo estivo e non nel servizio di PC perché non potevano fare diversamente e, nonostante tutto, sarebbero voluti andare a Coppito; ringrazio comunque tutti coloro che sanno dare un sorriso, anche nelle difficoltà di Coppito; ringrazio quelli che sanno guardare la bottiglia mezza piena e che tendono ad incoraggiare chi gli sta accanto; ringrazio comunque coloro che sanno rinforzare le motivazioni altrui con parole positive; ringrazio tutti coloro che sanno pensare positivo.

 

Ringrazio anche coloro che hanno pensato negativo perché presi dalla stanchezza e dalla disperazione, dalla solitudine e dall’indifferenza: perché ci hanno dato uno spunto in più per riflettere sul motto “SERVIRE SORRIDENDO”.

 

Essere Capo Scout (non “fare il capo scout”, ma “esserlo”) è un mestiere difficile. Guidare l’associazione passa attraverso Statuto, Regolamento, Delibere, Incontri, Percezioni, Progetti, Evoluzioni, Rispetto dei Ruoli e delle Regole, ma soprattutto, Rispetto delle Persone. E tutto si interfaccia con la Legge dello Stato Italiano, con cui bisogna fare sempre i conti (tutte le procedure sono riferite a ciò): anche l’allegato 17 al Regolamento, quello che è stato mediato e concordato con il Dipartimento della PC, e che ci porta a dover sottostare a percorsi chiari e concordati.

 

SONO ARRIVATO TARDI? VI CHIEDO SCUSA. HO FATTO IL MEGLIO che ho potuto. Ma vi chiedo di non mettere mai in dubbio la Buona Fede altrui: se non fosse altro perché la Legge Scout ce lo impone. Ed io mi abbandono alla Legge Scout: ne va del mio sentirmi profondamente SCOUT.

 

Non ho mai avuto la gioia di fare un Grande Urlo perché non sono stato mai lupetto né Akela, ma rifletto ogni volta che sento il botta e risposta e l’ultima volta mi è capitato alla Rupe Nazionale 2009, in cui ci sono stati degli adulti che hanno presto servizio (anche li degli Eroi):

 

AKELA!         

DEL NOSTRO MEGLIO.

DEL VOSTRO MEGLIO?

SI, MEGLIO, MEGLIO, MEGLIO.

 

Sergio Fiorenza

Capo Scout del CNGEI

 

 

 

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