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23 mar 2008

la ricerca ROVERWAY

Una settimana intensa, difficile, a trovare la giusta risposta per tutti i problemi legati alla diffusione dei dati dell’indagine Roverway.

Penso che sia utile capire cosa pensano i ragazzi e le ragazze d’Europa; capirne le tensioni e le intenzioni, percepire le tendenze e le azioni conseguenti.

Per noi è più facile non scandalizzarsi su risposte date a domande un po’ provocatorie, un po’ definite come probabilità di comportamenti più che di certezze di azioni.

Essere Laico significa porre il dubbio al centro delle questioni per comprendere, superando il proprio personale punto di vista, e arrivare a guardare la Vita con gli occhi dell’altro.

E se questo è un ragazzo o una  ragazza, non significa che bisogna guardare con la verità precostituita, con la certezza di dover arrivare a comportamenti standard da INSEGNARE ai RAGAZZI: fallirebbe il nostro rapporto educativo perché partirebbe dalla presunzione (da “presumere”) di avere già le risposte di tutto e far arrivare i ragazzi alle nostre stesse risposte.

Si potrà dire: ma noi abbiamo valori e principi di riferimento su  cui non possiamo transigere… Verissimo! Ma dobbiamo farci ispirare dai Principi e dai Valori per far capire ai ragazzi, attraverso l’Esempio, che quelli sono valori e principi fondanti per la propria vita, che si può vivere felici se si è coerenti con questi valori e principi.

Ora, veniamo ai dati diffusi: c’è stato una gran clamore su questi dati da parte della stampa italiana ed estera. E ritengo che molte informazioni sono state parziali: se meno del 50% si ritiene religioso e l’80% di questo si ritiene cattolico, come mai va a finire sulla stampa che l’80% degli scout è cattolico e “potrebbe capitare di accettare l’aborto”? “che potrebbe capitare di fumare spinelli”? che potrebbe capitare di avere “rapporti prematrimoniali”?

2 interpretazioni su tutte: la prima è che fa più scalpore dire che non ci sono più i bravi ragazzi, quei bravi ragazzi “vestiti in calzoncini corti e con il foulard al collo”; salvo poi definirli quelli estranei al mondo giovanile, fessacchiotti e bamboccioni, quelli che non sanno rinunciare alla buona azione quotidiana, quelli che non si capisce come, ma si divertono di più a dormire in una tenda e a cucinare a legna anziché giocare alla playstation o andare al bar per bere, fumare, “acchiappare partner” per divertirsi un po’  …

La seconda considerazione è che in nostri ragazzi, gli scout intervistati e rappresentativi degli scout di tutta Europa (gli italiani erano solo il 46% degli intervistati), non sono estranei alla società: vivono la scuola, gli ambienti del pomeriggio e della sera, le discoteche, le parrocchie, le nostre sedi… essi vivono quotidianamente NELLA SOCIETA’. Non sono estranei e sono in continua relazione e confronto con gli altri ragazzi e ragazze (i non scout, per capirci). Le risposte date al questionario erano intese come possibilità e non come certezze, nella quotidianità e non nelle loro attività scout. Certo, tutto è possibile, ma non penso sia probabile che nelle attività scout succeda di tutto e di più… E’ la forza dei nostri Capi, degli Educatori, degli adulti presenti in ogni attività che garantisce l’attività educativa, il rapporto educativo (l’azione che si genera per effetto di uno scambio di esperienze tra adulto e giovane perché ciascuno dona un proprio punto di vista all’altro ed un’esperienza di vita all’altro).

Il messaggio che dovremmo riuscire  a far capire un giorno (finora non ci siamo riusciti) sarà che la proposta scout, siccome è ancora attraente per i nostri giovani, propone stili di vita diversi, con Valori e Principi di riferimento  a cui ispirarsi, ma dove nessuno si arroga il diritto di imporre comportamenti. La nostra proposta è sempre valida ed si applica attraverso l’ESEMPIO del più grande verso il più piccolo: il numero di iscritti ci da ragione. Dobbiamo cercare di migliorarla in funzione dei tempi che cambiano (e non vuol dire adattarsi, ma solo cercare nuove strade per far capire quanto, Laicità, Solidarietà, Pace, Rispetto, Tolleranza, Amicizia, Lealtà, Sincerità, Coraggio, Rispetto per l’ambiente, Impegno civile, Laboriosità, Perseveranza, Democraticità e Condivisione delle Scelte siano sempre validi per compiere il proprio dovere verso Se stessi, verso gli altri, verso la Vita e ciò che oltre la Vita ciascuno può trovare nella Trascendenza Spirituale più consona alla propria cultura ed identità).

Mi aspetto commenti, conferme, smentite. Scrivetemi,  per capire dove sbaglio o come insistere nel messaggio.

sergio    

 

 

 

4 commenti:

  1. sul mio blog riporto un'articolo a proposito dei Boy Scout of America, so che la situazione li è molto diversa, ma una "ricerca" da quelle parti dimostra che chi è stato scout è una persona migliore e si realizza nella vita.

    Com'è questa differenza?

    Io sono convinto della bontà della proposta Scout in generale e del CNGEI in particolare. Ma una ricerca "seria" sull'effetto che ha lo scoutismo sul futuro dei giovani che lo hanno "frequentato" non si può fare?

    Che persone educhiamo in realtà?

    Sarebbe un bel banco di verifica. Perché se risultasse che i giovani che "passano" da noi non sono mediamente "migliori" (anche solo dal punto di vista delle scelte etiche e morali) che ci stiamo a fare?

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. non riesco a postare il link all'articolo citato (nel post di commento originale è sbagliato)

    scusate, potete comunque trovarlo curiosando nel mio profilo blogger

    oldstonegrizzly.blogspot.com

    RispondiElimina

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