Sono stato in Olanda questa settimana e non ho potuto scaricare email per lavoro pressante. Per la prima volta dopo dieci anni di mie visite trimestrali o quadrimestrali in questo paese, sono stato ospitato da un italiano amico che ha preso casa nel sud dell’Olanda. Fino ad oggi, sono sempre andato a casa di un amico olandese o in albergo. Ebbene, il mio amico italiano si è spostato in Olanda perché qui ha fatto fortuna. Ha fatto una società con alcuni olandesi ed ora montano attrezzature in serra per il controllo automatico del clima.
UN’ESPERIENZA FANTASTICA.
Essere a casa di un napoletano all’estero è come stare a casa propria. E’ come stare a Napoli. Orari napoletani, cibo napoletano, ritmi napoletani, filosofia napoletana. Una little italy, per intenderci. Nonostante lui ospitasse anche i suoi operai (2 ucraini). Organizzazione da emigranti, però: suddivisione degli incarichi della quotidianità, particolare attenzione a risparmiare anche i centesimi di euro (tutto viene fatto per spedire i soldi a casa), telefonate notturne (perché si risparmia) alle proprie famiglie; racconti di punti di incontro settimanali con gli altri emigranti…
Ecco, ho vissuto per tre giorni da emigrante con gli emigranti.
Sofferenze dovute alla lontananza dai propri affetti (moglie e figli, madri, padri, ecc) dalle proprie radici (che ricrei in un angolino della casa). Lavoro trovato perché gli olandesi non vogliono farlo o non sanno farlo. Creatività italiana sfruttata. Tanta sofferenza nel sentirsi diverso andando al Pub e bere una birra da soli. O sapere che alcuni olandesi preferiscono allontanare gli immigrati perché rubano il loro lavoro.
E mi viene da ridere quando penso all’Italia, al mio paese. Se non ci fossero gli extracomunitari, non so chi andrebbe a lavorare nelle campagne, qui nel napoletano.
E’ vero, bisogna chiarire patti e condizioni, ma non sparare, a priori, contro l’immigrazione.
E’ vero, bisogna far si che la qualità della vita sia garantita sia agli italiani che vogliono vivere le proprie terre, sia agli immigrati che vengono a lavorarle: ma bisogna partire dalla dignità e dal rispetto di ciascun individuo, ciascun essere umano.
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