Da Bergamo- lombardia a novoli-lecce

Sono momenti impegnativi, questi di fine triennio. Cercare di dare soluzione ai tanti argomenti trattati, ai tanti dibattiti creati è impresa non da poco. Ma il ragionamento che faccio è semplice: con la costruzione del programma di candidatura abbiamo aperto un confronto associativo ampio e tutti hanno contribuito- direttamente o indirettamente- per confluire poi nel programma nazionale, votato dall'assemblea. Vuol dire che su questo programma non c'è più idea personale e chi si assume l'impegno di tirare il carro, se lo assume su un'idea pubblica.
E quindi tenere fede all'impegno di affrontare gli argomenti sul tavolo corrisponde a tener fede alla parola data (interpretazione del primo art della Legge Scout). Chi dice che i tavoli ed i gruppi di lavoro aperti sono tanti ha una visione parziale, limitata e soprattutto limitante della chiamata alla partecipazione. Aprire un tavolo potrebbe essere a tempo se viene costruito per raggiungere un risultato definito; ma potrebbe essere stato costruito per creare cultura associativa ove non c'è o stimolare la partecipazione ove ci sono solo addetti ai lavori. Ma democrazia é anche dissenso e lo rispetto. A me il compito di far comprendere le motivazioni vere: chi inciucia, lo fa dicendo "credimi, lo so, ho info di prima mano" ma non dimostra nulla di concreto.
Dicevo, andare in giro per l'Italia è sempre stato un mio dovere: incontrare le sezioni, capirne le esigenze, ascoltarne le istanze, le lamentele, chiarire le azioni e le intenzioni, spiegare i motivi di cambiamento di idee e di azioni diventa un modo per essere in stretta sintonia con chi é in prima linea. E così ho incontrato le sezioni della Lombardia, con un dibattito con tinte forti ma sincere e leali: una bella realtà fatta da una forte e profonda diversità che sa rispettarsi e trovare punti di incontro e di mediazione per risolvere i problemi; modi diversi di farte scautismo a seconda della propria realtá locale. A volte credere fortemente in ciò che si fa allontana da una visione globale, ma basterebbe poco per trasformare realtà locali forti in centri di sviluppo e di apertura al futuro fatto di accoglienza.
Situazione splendida a Novoli, Lecce. Alla presentazione alla stampa del premio Stefano Costa c'era tanta gente-scout, insegnanti, politici, religiosi, famiglie- e il tema di questa edizione-L'ACCOGLIENZA- mi ha invitato a nozze! É il nostro tema, è l'essenza della Laicità, è la sostanza che prende forma. Ed il tour in sede, lo scambio di chiacchiere con tutti gli scout presenti mi ha fatto capire che il premio non assorbe l'attività scout: l'attività con i ragazzi rimane principale e il premio diventa una bella azione di vetrina, promozione ed azione degli adulti e dei dirigenti della sezione di novoli.
A presto.
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