" L'ALTRA META' DELLA MIA FOCACCIA "
GIOVEDI' pomeriggio, stazione ferroviaria centrale della Spezia.
Spezia che è in Italia, Italia che è in Europa.
Sono lì su una panchina del marciapiedi numero 2 che aspetto l'intercity
per Milano, e mi mangio un bel pezzo di focaccia, di quella ben unta e croccante
adatta alla merende dei ragazzi in gamba più che alla mia; 1 euro e 80, che da tempo
la focaccia ha abbandonato la parità con il dollaro e oggi si è allineata al corso dell'oro,
294 euro l'oncia.
Mastico piano piano per non strafogare e guardo nel vuoto, là dove i binari si perdono nella
caliginosa incertezza della prima pioggia di marzo.
Una voce riempie il vuoto: ...me la dai un pezzo di focaccia ???...
La voce, mite, un pò strascicata nel velo di una certa qual dolcezza, di una certa qual pena
è la voce di un uomo che si è fermato davanti a me e quasi sfiora con la sua mano la carta
unta della mia merenda.
Ho visto quell'uomo molte altre volte; se non era proprio lui gli era compagno: uno sbandato
di stazione.
Ho guardato qull'uomo, ho visto ciò che voleva, le ho dato un'ultimo morso goloso e gliela
ho lasciata.
Metà buona della mia focaccia, un euro più o meno.
Lui l'ha presa con le mani, ha ringraziato e se ne è andato masticando un po' più in là.
E si è perso e non l'ho visto più.
Ho pensato a lungo alla focaccia e a quell'uomo che se ne andava lungo il marciapiede
numero 2.
E quello che ancora adesso mi turba è la mia sorpresa, la mia impreparazione a una richiesta
così semplice, così diretta e definitiva. "Me la dai un pezzo di focaccia?".
Si, la focaccia che stai mangiando, un pezzo di quella parte che ti avanza, la mezzaluna con
la corona seghettata dal segno dei tuoi denti, quelli impiantati al titanio.
Per le strade, e le stazioni, di questo Paese mi hanno chiesto mille cose, ma mai una parte di ciò
che stavo mangiando, mai.
Voglio dire che mi hanno chiesto di mangiare non quello che avevo tra i denti.
Un pò di denaro per un panino, non il mio panino.
A questo sono preparato, all'universale necessità del denaro, alla monetizzazione di ogni bisogno
a cominciare dal più semplice, la fame.
Un portafogli per me, una manciata di monete per quelli che chiedono, e questo è facile, si fà in un
attimo, minuta redistribuzione casuale.
Mi scandalizza la mia impreparazione, la sorpresa per una richiesta così semplice, così banale,
che mi ha impedito una riposta adeguata.
A chi ti chiede il pane, il pane che hai in mano, che altro devi rispondere se non dando metà di quello che hai??
Almeno metà di quello che hai nel portafogli.
Perchè ha il diritto, chi ha fame di un pezzo di focaccia mangiata per metà, il santo diritto di mangiarsi un panino
al prosciutto, e due o tre, e un paio di cappuccini, e fette di torta, di quelle torte colorate esposte sull'equivoco
vassoio del buffet della stazione.
E anche una bottiglia di vino, si, almeno una volta ha il diritto di sbronzarsi con la pancia piena, se sbronzarsi
è quello che più vuole, è tutto quello che può.
Se non hai il coraggio di dare tutto quello che hai, fai almeno a metà; questo a voler essere almeno
un pò cristiani.
Colto alla sprovvista, tutto quello che ho saputo fare è dividere la mia focaccia con uno sconosciuto.
Ma in questo non c'è nessuna morale, nessuna lezione degna di essere riportata.
Solo lo sgomento di restare stupiti di fronte a un pò di fame, di fame di pane già masticato, alla stazione centrale
di una città civile, la città dove sono cresciuto. Che dovrei conoscere come le mie tasche, che non dovrebbe
riservarmi nessuna sorpresa.
Dieci anni fà, a Bogotà, mangiavo un piatto di asado a un tavolino all'aperto e mi si era fatta attorno una coda
di bambini. Stanno aspettando che lei finisca per pulire il piatto, mi disse il cameriere, chiedendomi se volevo che
li cacciasse. Ho lasciato loro il piatto com'era e ho cercato un'altro locale al chiuso, e non mi sono sentite per niente
generoso, ma solo un vile che se la batte.
Ma che altro avrei potuto fare, forse cambiare il mondo, rivoltare le sorti dell'America Latina ???
No, naturalmente, no. E quei bambini sono cresciuti, almeno quelli che ci sono riusciti a forza di pulire avanzi, e uno
di loro è venuto a trovarmi alla stazione.
Maurizio Maggiani, articolo scritto sul SECOLO XIXgrazie ad Agostino Volta che mi ha fato fermare e riflettere con questa segnalazione.
[sergio fiorenza]
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3 anni fa
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